06 Giugno 2005 - Conferenza stampa
"La diva Julia"
Intervista a Istvan Szabo, regista del film.
di Mauro Corso


Anche la diva Julia è un film importante che esce in un periodo difficile quale quello estivo, tradizionalmente non votato al cinema. Da parte della distribuzione questo vuole essere un atto di coraggio, ma anche un atto di fede in una pellicola come quella di Szabò, in cui crede molto. Il film è già stato prenotato da tutte le arene italiane e si propone come un film che unisce al dramma un tipo di commedia arguta e brillante come difficilmente se ne vedono. Un altro particolare in cui la distribuzione crede molto è l'aver affidato il doppiaggio ad un attrice famosa come Mariangela Melato, quasi si fosse voluto dare un valore aggiunto alle caratteristiche teatrali del film. Il regista Istvàn Szabò risponde con molta simpatia e stile alle domane proposte, concludendo con una punta di amarezza.

Quali sono le differenze principali del film rispetto al romanzo di Maugham?
Istvan Szabo: Ci sono differenze soprattutto tecniche, dovute alla necessità di dover trasformare il romanzo in un film. L'inizio del libro descrive gli inizi della carriera di Julia e dell'impresario teatrale che poi diventerà suo marito in un piccolo e scalcinato teatro di campagna. Sono molto giovani, hanno 18-19 anni e le loro prime esperienze coprono all'incirca le prime cento pagine del romanzo. Vi sono le prime esperienze di Julia: per meglio farla entrare nella parte di una giovane innamorata le viene presentato un giovane attore per farla innamorare e per indurla quindi a entrare meglio nella parte. E poi naturalmente c'è il suo maestro, che le insegna come sedurre il pubblico. Ne ho fatto un personaggio diverso: un padre, un maestro. Tutti abbiamo un personaggio con cui discutere delle nostre scelte e dei nostri problemi. Poi alcune piccole scene sono state leggermente cambiate e alcuni personaggi sono stati compressi. Ma era un'esigenza strettamente tecnica.

Anche il ruolo del personaggio americano è stato compresso? Maugham detestava un certo tipo di personaggio americano...
Istvan Szabo: Tom viene da un altro paese e da un'altra classe sociale, quindi non ha tutti i complessi di un giovane della società inglese appartenente al suo stesso ceto. La sua importanza risiede nel fatto di essere un alieno, un personaggio di rottura. Tom non cambia di per sé la vita di Julia, ma innesca in lei il cambiamento. Lui è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ma poi voi lo capite meglio di me perché siete donne: io ho solo sorelle e nipoti cui fare riferimento.

La natura del film può fare pensare ad una pellicola come Eva contro Eva, specialmente nella seconda parte?
Istvan Szabo: È un film che mi piace molto, Eva contro Eva, ma certamente non desideravo emularlo. Il punto che mi interessava di più è che nella società attuale siamo sempre più spinti a recitare dei ruoli perché il mondo ci accetti, fino a trovarci senza spazio per essere davvero noi stessi. Se restiamo imprigionati nei ruoli che ci sono imposti le cose non vanno più. E questo fin dall'asilo. Se c'è un bambino triste, finché adempie al suo ruolo gli viene dato un giocattolo; se un bambino vivace adempie al suo ruolo di bambino allegro gli viene dato un giocattolo. Ma se un giorno questo stesso bambino vivace diventa triste, vengono chiamati i genitori, quasi come se il suo essere triste fosse una malattia da curare. Julia deve recitare una parte per mestiere, e viene pagata per farlo, ma si trova a dover recitare anche nella vita; persino il figlio le dice di non sapere chi essa sia veramente. Anch'io in questo momento sto lavorando per sedurvi, interpretando la parte del regista intelligente ed arguto in modo tale che voi poi scriviate degli articoli che promuovano il mio film. In questo momento magari il mio più grande desiderio sarebbe di andare a mangiare qualcosa, ma il mio compito è quello di sedurvi. Ma anche voi avete dei problemi simili. Adesso il pubblico di chi va al cinema è sempre più giovane, tra i 16 e i 18 anni, e così nelle redazioni vi chiedono di cambiare il vostro stile finché magari non vi lasciano per strada assumendo un liceale perché ha il linguaggio adatto. Il tema del film è proprio questo: affrontare l'invecchiamento restando se stessi.

Oggi è più facile o più difficile rispetto agli anni '30 per un'attrice non più giovane essere protagonista? Ci troviamo in tempi più crudeli?
Istvan Szabo: Sarebbe bene se fosse apprezzata la qualità. Oggi tutto è moda e deve essere cambiato rapidamente, ci troviamo in una società veloce, sempre in movimento ed è difficile mantenere il passo. Nei negozi non troviamo mai in vetrina abiti per chi ha più di quarant'anni. Ma credo che ci siano delle attrici che fanno parte del nostro patrimonio per sempre, come Anna Magnani, Giulietta Masina e Monica Vitti. Le attrici di adesso sono idolatrate per un anno e poi magari devono aprire un ristorante e persino imparare a cucinare!


  

Intervista per il film "La diva Julia".


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