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10 Settembre 2010 - Conferenza
"La versione di Barney"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Approdato presso la sessantasettesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, il regista Richard J. Lewis, affiancato dai produttori Robert Lantos e Domenico Procacci e dal cast, ha presentato "La versione di Barney", tratto dall'omonimo romanzo di Mordecai Richler. Grande assente in conferenza Dustin Hoffman.
Tenendo in considerazione il fatto che vi siete trovati a lavorare su un testo letterario di culto come questo, non avete provato un po' di paura e preoccupazione quando dovevate dare il primo ciak?
Richard J. Lewis: Si tratta di un libro amato allo stesso modo sia dai canadesi che dagli italiani, quindi sì, ho avuto paura, perché volevo che la natura essenziale del libro venisse tradotta sullo schermo. Mi sentivo sotto pressione ogni giorno.
Quali accorgimenti ha preso Paul Giamatti per rendere Barney, che nel libro è un tipaccio molto amabile?
Paul Giamatti: Anch'io sono un tipaccio amabile (ride). Ho letto il libro, nel quale Barney è molto irascibile, ma nel film, ovviamente, si è molto addolcito.
Cosa pensa Rosamund Pike del suo personaggio di Miriam?
Rosamund Pike: Nell'interpretare un personaggio come Miriam si è molto fortunati se si ha la possibilità di avere un pubblico che vi si riconosce. Mi è piaciuta molto la dignità di Miriam e mi piacerebbe riprodurla nella vita, è stata una storia d'amore ma anche una grande sfida.
Come è stato per Paul Giamatti lavorare con Dustin Hoffman?
Paul Giamatti: E' un uomo molto divertente, credo sia parte del suo lavoro raccontare tutto il giorno barzellette sporche (ride), cerca sempre di tenere su il morale di tutti. E' stato fantastico lavorare con lui, trent'anni fa avrebbe fatto il mio ruolo meglio di me.
Scott Speedman, invece, cosa ha provato nel lavorare con Paul Giamatti e Dustin Hoffman? Ha qualche aneddoto da raccontare?
Scott Speedman: No, non ho aneddoti da raccontare, ma posso dire che lavorare con Paul è stato fantastico. Avevamo già lavorato insieme dieci anni fa, ma non nelle stesse scene. Con Hoffman, invece, qui ho lavorato poco, ma è stato fantastico anche lui.
Il personaggio di Barney è di quelli che a volte si vogliono abbracciare, altre picchiare. Come ci avete lavorato per rendere la miscela?
Paul Giamatti: Mi sono affidato ad alcune note di Richard, ma si tratta di un personaggio molto romantico e frustrato, questa era la tensione alla base del libro. E' un romantico, ma bastardo.
Richard J. Lewis: Paul è veramente molto bravo nel dire come deve essere nelle varie situazioni. Forse è un modo istintivo, ma è riuscito a riprodurre correttamente Barney e c'è veramente arte in tutto ciò.
Sappiamo che trasporre il libro su schermo è stata un po' una corsa ad ostacoli, che avete impiegato circa dieci anni…
Robert Lantos: Qualsiasi film non indirizzato ai quindicenni è una corsa ad ostacoli, soprattutto nel mondo anglosassone. Colui che curò la prima stesura della sceneggiatura morì, quindi ingaggiammo altri sceneggiatori che, però, non ci convinsero; alla fine, con Richard abbiamo trovato Michael Konyves, che ha trovato il giusto modo per raccontare cinematograficamente un testo letterario senza tradirlo.
Domenico Procacci può raccontarci la sua versione dei fatti?
Domenico Procacci: Cinque o sei anni fa incontrai per la prima volta Robert, il quale stava lavorando a questo progetto. In questi anni, l'ho seguito nelle varie stesure della sceneggiatura e, nell'agosto del 2009, abbiamo girato per circa due settimane a Roma. Il film è una co-produzione tra Canada e Italia.
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