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25 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"Appaloosa"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea Giordano
Alla conferenza stampa ufficiale del film Appaloosa, presente nella sezione Eventi Speciali, era presente il regista, attore, sceneggiatore e produttore Ed Harris, l'attore Viggo Mortensen e l'altro sceneggiatore Robert Knott.
Il suo Appaloosa è un omaggio, in un certo senso al western classico?
Ed Harris: Sì, in effetti possiamo considerarlo una sorta di omaggio al filone del western classico, anche se qui ho provato a modernizzare questo genere.
Volevo fare riprese semplici, su persone e paesaggi, desideravo che il pubblico entrasse "in contatto" con questo mondo. Volevo proporre qualcosa di famigliare e non di "estraneo".
Nella costruzione di questo suo secondo lavoro, L'ha influenzata qualche pellicola classica, magari di Sergio Leone?
Ed Harris: Ho visto moltissimi film western, tra cui anche C'era una volta il west, ma non mi sono servito di un titolo come modello. Certo mi sono affidato ai film passati, ma a quelli che hanno puntato molto sulla forza dei loro personaggi.
Avevi già lavorato insieme con Ed Harris sul set di History of Violence, com'è stata l'esperienza adesso?
Viggo Mortensen: Ci siamo trovati molto bene, siamo entrati da subito, e nuovamente in sintonia. Quanto Ed mi ha proposto questo progetto, che era basato su personaggi così interessanti, così solidi, ho subito accettato la parte.
È un film che parla della fine di un epoca, dove le possibilità erano infinite e le regole continuavano a cambiare.
Cosa fare di fronte agli ostacoli e cosa fare quando le cose cambiano improvvisamente: tematiche, domande affascinanti che già nel primo film di Ed, Pollock, ci si poneva.
Sapevo che sarebbe stato interessante lavorare con lui, perché è un regista che davvero pone attenzione ai dettagli. Poi quando il regista è anche l'attore con il quali ti trovi a lavorare, la cura del particolare è maggiore secondo me.
È un film classico ma anche con elementi moderni, come l'ironia e la spregiudicatezza femminile, siete d'accordo?
Ed Harris: La sceneggiatura era basata sul romanzo di Robert Parker, l'85% dei dialoghi li abbiamo presi dal libro. Noi ci siamo limitati ad aggiungere qualche nostro elemento.
Sul senso dell'humour tra il mio personaggio e quello di Viggo devo ammettere che c'era già originalmente.
Per quanto riguarda l'elemento femminile: il personaggio di Renée Zellweger è stato interessante, anche perché abbiamo cercato di dipingere una donna di quei tempi rimasta da sola, ma nel fare ciò non l'abbiamo descritta come una sorta di calcolatrice o di prostituta; semplicemente una donna che se la doveva cavare andando avanti con le proprie gambe.
Viggo Mortensen: Anche per me l'elemento femminile è molto interessante, una figura insolita, per un western.
Insoliti sono anche i comportamenti di tutti i personaggi, ed è raro vederlo in un genere come questo, un ruolo come quello interpretato da Renée (Zellweger), così come quello della prostituta, che manifesta sentimenti di gelosia nei miei riguardi.
Si sentiva sotto pressione per la realizzazione di questo film?
Ed Harris: L'unica pressione è stata quella di cercare di fare un buon film.
Non sono un regista interessato a me stesso, diciamo che più gli anni passano, più la pressione non è di tipo commerciale, ma è invece rivolta a cercare di fare il miglior film possibile, cercando comunque di aver il massimo rispetto verso il budget datomi.
Lei ha interpretato sempre ruoli drammatici, ma paradossalmente tornando all'elemento ironico, quanto ne è attratto?
Ed Harris: Sa uno dei miei attori preferiti è Paul Newman, e la cosa che mi piaceva di più era il suo senso dell'humour, già perché qualunque fosse il suo ruolo, riusciva sempre a farlo trasparire, penso a Butch Cassidy o a Nick mano fredda. Mi sarebbe sempre piaciuto avere più ruoli leggeri e comici.
Il senso dell'umorismo "intelligente" mi attira, anche perché io penso di essere molto divertente nella vita (ride).
Viggo Mortensen: Nella vita bisogna ridere, quindi questo elemento deve esistere anche nei film.
Come ha lavorato sui personaggi?
Ed Harris: Dapprima ho iniziato nel 2006 a cercare i fondi per fare il film, poi ho passato 5- 6 mesi sulla sceneggiatura insieme a Robert Knott.
Diciamo che col mio personaggio, quello di Virgil, siamo andati in sintonia fin da subito, sia nella stesura dello script, sia durante la pellicola. È un personaggio che si è evoluto mano a mano durante le riprese.
Viggo poi lo volevo a tutti i costi, sapevo che sarebbe stata la mia "metà" perfetta che andasse a completare il mio personaggio.
Qual è stata la cosa più difficile?
Ed Harris: Trovare i finanziamenti. Ero sicuro però di poter fare un buon film grazie alla forza del cast. Certo forse l'unica vera preoccupazione è stata quella di trovare le location giuste, ma sono stato affiancato da una troupe perfetta. Volevo la massima veridicità anche nell'utilizzo delle armi. Non volevo risultare banale.
Viggo Mortensen: È incredibile, sembra un film realizzato dai grandi studios, invece il budget è di un film indipendente di fascia alta.
È un ritorno allora al cinema western? C'è forse bisogno di nuovi eroi?
Ed Harris: Non so se si tratta di revival, perché i western hanno sempre fatto parte della nostra cultura, anche se negli ultimi anni ne sono stati girati pochi.
Per quanto riguarda gli eroi, noi abbiamo Sarah ( la Palin, Vice di John McCain nella corsa alla Casa Bianca).
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