Ant-Man and the Wasp

"Ant-Man and the Wasp"

Intervista a Paul Rudd ed Evangeline Lilly


di Francesco Lomuscio19 luglio 2018



Lui vanta oltre cento apparizioni, tra grande e piccolo schermo, in particolar modo in commedie degli ultimi anni.
Lei ha fatto parte dei cast delle serie televisive "Smallville" e "Lost", ma l'abbiamo anche vista al cinema, tra l'altro, in "Real steel" e negli ultimi due tasselli della trilogia "Lo Hobbit".
Direttamente da Hollywood, paul Rudd ed Evangeline Lilly sono approdati a Roma per incontrare la stampa in occasione dell'uscita italiana di "Ant-Man and the Wasp" di Peyton Reed, cinecomic Marvel che li vede nei panni dei supereroi del titolo e che, nelle sale dal 14 Agosto 2018 distribuito da Disney, fa da sequel a "Ant-Man", diretto nel 2015 dallo stesso regista.



Cosa significa per voi l'universo cinematografico Marvel?
Evangeline Lilly: Secondo me l'universo cinematografico Marvel è qualcosa che, con un pizzico di divertimento e complicità, ci porta a sentirci bene e a trovare un po' di speranza anche se il mondo attuale non sembra consentirci di farlo. È una fuga dalla realtà, se vogliamo, che, però, ci permette anche di ricordare che possiamo essere coraggiosi dinanzi a tante sfide. Questo, come madre e cittadina, mi consente di tentare di esplorare anche ciò che ho di eroico in me e di agire di conseguenza.
Paul Rudd: Posso semplicemente dire che l'universo cinematografico Marvel rappresenta per me una importantissima parte che si è andata ad aggiungere alla mia vita. Un'esperienza totalmente positiva sia perché è una realtà amata e conosciuta in tutto il mondo, sia perché, a livello personale, mi offre qualcosa da condividere con i miei figli. Mio figlio ha già visto tutti i film della Marvel, mentre mia figlia, che ha solo otto anni, mi sta implorando di rivedere tutto "Avengers: Infinity war".

Cosa ha significato per Paul Rudd indossare i panni di Ant-Man?
Paul Rudd: Il nostro compito è semplicemente quello di portare sul grande schermo l'essenza pop di questo mondo e di creare dei personaggi. Sono onorato di aver interpretato questo ruolo.

Vi è mai capitato nella vita di voler diventare piccolissimi, magari in una situazione di pericolo, di paura o di imbarazzo? Da quando interpretate questi personaggi, guardate in modo diverso gli insetti?
Paul Rudd: Posso assicurarvi che tante volte vorrei quasi sparire, perché mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti (ride). Detto questo, il mio rapporto con le formiche è cambiato completamente, evito accuratamente di schiacciarle, le lascio in pace e le sento come miei fratelli.
Evangeline Lilly: Quando ero nella serie "Lost" era abitudine di tutto il cast riunirsi per vedere la puntata della settimana. In quel momento avrei voluto avere la possibilità di scomparire, perché era il mio primo lavoro, non avevo assolutamente idea di cosa stessi facendo, non avevo nessuna preparazione e, per me, ho fatto cose veramente pessime (ride). Per quanto riguarda il rapporto con gli insetti, io li ho sempre adorati e protetti fin da piccolissima. Addirittura, quando ero piccolissima andavo in giro mettendomi su tutto il corpo dei grossi bruchi neri, spaventando a morte le altre bambine del quartiere (ride).

Il primo film era soltanto l'anticamera del personaggio di Wasp...
Evangeline Lilly: Quando sono stata scelta per il primo film c'era già una sceneggiatura che ho letto con molta attenzione e nell'ultima scena vi era una battuta che era la chiave di tutto. E mi sono detta che, se fossi riuscita a fare bene il mio lavoro in questo primo film e se avesse avuto successo, vi sarebbe stata una bella probabilità di poter interpretare questo ruolo. Quindi, mi sono impegnata a fondo per far fare bella figura a Paul in quel film.

Come vi fa sentire il fatto che oggi la tecnologia consenta di ringiovanire un attore sullo schermo?
Paul Rudd: Vi dico soltanto che Michael Douglas si è dichiarato entusiasta di lavorare in un film insieme a Michelle Pfeiffer, ma non vi dico la reazione che ha avuto quando gli è stato detto che sarebbe anche stata ringiovanita di trent'anni (ride).
Evangeline Lilly: La mia prima esperienza con il digitale utilizzato per ricreare me come una controfigura risale a "Lo Hobbit", e ricordo che avevo già fatto tutte le sedute necessarie perché potessero poi sviluppare le immagini e i gadget ispirati al personaggio. Mi è stato chiesto di ripetere questa esperienza, ma non mi piaceva per niente l'idea che si potesse utilizzare la tecnologia digitale per creare questa presenza che avrebbe significato la mia assenza dalla scena. Inizialmente, mi sono opposta, perché mi sono detta che, di questo passo, tra vent'anni gli attori non avranno più un lavoro. Poi ho capito che era giusto per andare avanti su questa strada, ma c'è voluto un po' di tempo per accettare l'idea.

Quale personaggio di fantasia sognavate di essere da bambini?
Paul Rudd: Hulk, ma non mi hanno dato quella parte (ride).
Evangeline Lilly: Io volevo fare l'elfo nella Terra di mezzo, ed è successo, poi volevo anche interpretare Catwoman, i cui panni vennero vestiti da Michelle Pfeiffer. Questo non è avvenuto, ma ho avuto il privilegio di averla in questo film, quindi è un sogno che si sta realizzando.

A quale famiglia siete più affezionati, a quella televisiva delle serie con cui avete iniziato, a quella cinematografica o a quella Marvel che è un connubio delle due cose?
Paul Rudd: Quando giri un film si trascorrono mesi con tutto il cast e la troupe, e devo dire che con loro della Marvel si è creato un rapporto di amicizia e familiarità. Questo ha consentito anche di apprezzare gli attori, di conoscere gli altri Avengers e tutti i dirigenti Marvel. È stato un vero piacere.
Evangeline Lilly: Alla Marvel ti trattano come se facessi parte della famiglia, dal primo all'ultimo. Però nessuna esperienza potrà essere uguale a quella che ho avuto quando ho preso parte a "Lost", perché il rapporto che si è creato con il cast artistico e tecnico è stato eccezionale. Si è trattato di lavorare sei anni su un'isola deserta, in totale isolamento, non avevo accanto un marito e dei figli, tutto il cast ha mostrato un gran sostegno e si è veramente creata una famiglia. Ogni volta che finiva una stagione mi veniva da piangere e, ancora adesso, mi emoziono e mi commuovo ripensando a queste persone splendide.

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