Se mi lasci non vale
Vincenzo Salemme ripropone nel suo nuovo film “Se mi lasci non vale” il pensiero dell’omonima canzone di Julio Iglesias con due uomini uniti dalla disperazione per essere stati mollati dalle rispettive compagne. Tra una bevuta e l’altra Vincenzo decide che l’unico modo per stare meglio è la vendetta, organizzando un piano machiavellico per farla pagare alle due donne: lui avrebbe dovuto far innamorare Federica (Tosca D’Aquino), mentre Paolo la sua Sara (Serena Autieri).
Per rendere il tutto più credibile viene ingaggiato un attore d’eccezione: Carlo Buccirosso, il cui nome nel film Alberto Giorgiazzi è un chiaro riferimento a Giorgio Albertazzi, deve interpretare l’autista privato di Vincenzo. Uno scambio di persona sovverte i ruoli dando alla storia dei toni ancor più tragicomici. La tecnica del chiodo schiaccia chiodo diventa un’arma a doppio taglio in uno sviluppo della storia che pare sin da subito scontato, ma non per questo meno gradevole. I temi dell’amicizia e l’amore sono resi in modo abbastanza credibile come già visto in passato in altri film di Vincenzo Salemme, come ad esempio “SMS: Sotto mentite spoglie”.
Il regista può aver sicuramente tratto ispirazione dal film “EX” di Fausto Brizzi, in cui era nel cast proprio nei panni di un uomo che stava divorziando dalla moglie, ma lo ripropone cercando di farlo suo ritrovandosi alla fine in uno schema quasi Pirandelliano. Una guest star è il veterano Carlo Giuffré che con la sua interpretazione del padre di Paolo riesce a rendere ancor più umano il personaggio dell’ex “Iena” di Italia 1.
Il merito maggiore di Vincenzo Salemme è forse quello di non essere ricorso troppo spesso alla comicità partenopea, ma di aver realizzato una commedia che si lascia vedere, probabilmente il merito è anche nel soggetto scritto da Martino Colli e, soprattutto, Paolo Genovese, che torna dopo il grande successo di “Tutta Colpa di Freud” e il buon riscontro con “Sei mai stata sulla luna?” mostrando di non aver perso colpi.
La citazione d’eccezione la merita sicuramente la grottesca rivisitazione dell’Otello di Shakespeare, un omaggio comico a un maestro del teatro in cui suole esibirsi il personaggio di Carlo Buccirosso.
Un’opera di 96’ che non eccelle, ma neanche annoia e nel panorama cinematografico attuale può ritagliarsi la sua fetta di pubblico nelle sale.
La frase:
"Paolo, se mi lasci, non vale".
a cura di Thomas Cardinali
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