Il figlio di Chucky
Chucky, la bambola assassina, e' ormai entrato nell'immaginario dei horror fanatici, classificandosi come vera e propria icona insieme agli altri Freddy Krueger (Nightmare), Michael Myers (Halloween), e Jason (Venerdi' 13).
E Chucky e' diventato talmente celebre che ormai non e' piu' la bambola assassina, bensi' una rockstar che dice le cose fiche nei momenti fichi.
Chucky, la spaventosa bambola, quella che realmente cercava di impaurire gli spettatori, e' morto nel 91', con la terza parte della saga, l'ultima girata ancora come uno slasher thriller a tutti gli effetti.
Infatti, dopo, il personaggio si sarebbe evoluto mantenendo solamente il proprio lato estetico, e abbandonando completamente quello etico (per quanto la parola "etica" possa andare bene per questa saga).
Non siamo piu' in territorio horror, o thriller, o slasher, o che dir si voglia, ma in un tentativo di rendere l'icona il piu' cult/cool possibile, trasformandolo appunto in una rockstar in pelle di bambola giocattolo.
E' il rock culture che si mischia con una sempre piu' volgarizzazione dei dialoghi (Chucky, per essere cool, deve chiaramente parlare mediante parolacce), dove persino le bambole si vestono seguendo la moda rock/punk, un po' come ShitFace, il vero protagonista del film, nonche' figlio di Chucky.

Solamente la prima, bellissima scena, e' ancora girata come uno slasher tradizionale: un po' "Halloween", un po' "Psycho", la macchina da presa ci mostra una ininterrotta soggettiva dell'assasino mentre fa fuori le prime vittime.
Il regista Don Mancini sembrerebbe un esperto che ha studiato per bene la storia degli ultimi horror, perche' ricostruisce una scena che segue senza tradimento le piu' sofisticate tecniche orrorifiche, ma poi si scoprira', e anche in maniera molto evidente, che questo e' solamente il suo lungometraggio cinematografico di debutto.
Il resto di Seed of Chucky e' puro esibizionismo di coolness, con tanto di scena clue di Chucky che si masturba davanti ad una rivista. La pellicola di Mancini offre (volontariamente) piu' risate che brividi, in quell'incontro che metabolizza la violenza visiva in comicita' di livello significativo, proprio come quella moda dei nuovi teen-horror americani, qui solamente portata all'eccesso nel lato comico.

Possiamo dire che Mancini (che ha sceneggiato tutta la saga di Chucky) colpisce l'obiettivo di inserire la sua creatura in un nuovo immaginario rock n' roll cool (essendo anche stato aiutato dal precedente "Bride of Chucky", che ne ha aperta la strada), ma un confronto morale con lo slasher classico, con i precedenti film, e' inevitabile.
E cio' che vediamo in questa pellicola non e' piu' il Chucky che abbiamo un tempo amato, che un tempo ci ha spaventati; come reagiranno i piu' affezionati fans della serie?
Per quanto riguarda il sottoscritto, da sempre legato alle serie originali: di questo film si poteva fare benissimo a meno.
Rivogliamo il vecchio Chucky! Oppure, ma anche no. Lasciamo stare il can che dorme.

La frase:
"Perche' ammazzi la gente?"
"Per hobby, penso"

Pierre Hombrebueno

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