Trama: Nell’occasione della Giornata della Memoria arriva nelle sale un racconto straordinario, che nasce dalla tragedia della Shoah e la restituisce a un esito di solidarietà e speranza. Una storia che ha avuto casa e corpo in Italia. È la Storia di 800 bambini orfani a causa della macchina di morte dei campi di sterminio. Lì, nel buio della Storia, la brigata di genieri ebraici dell’esercito britannico, la Solel Boneh si impegnò affinché i bambini che avevano subito la perdita della famiglia potessero avere la possibilità di una ripartenza, di un sorriso, di una nuova vita. Per tre anni, dal 1945 al 1948, questi bambini furono ospitati calorosamente da Selvino, un piccolo comune lombardo, battezzato Sciesopoli in onore di Antonio Sciesa, un patriota risorgimentale. A Selvino, dove sorgeva una vecchia colonia dei balilla milanesi, Moshe Zeiri, il tenente direttore della colonia si impegnò affinchè sui volti dei piccoli ospiti, tornassero i sorrisi e una nuova vita. Insieme al lavoro e alla bontà d’animo di tanti, a Sciesopoli si sperimentò uno straordinario metodo didattico rivolto ai ragazzi, che mescolava storia, tradizioni, recite teatrali e piccoli concerti. Si lavorò duramente per riprendere i ritmi di vita normale, le consuetudini giornaliere, la dimestichezza con le nuove lingue e, semplicemente, la capacità a dormire una notte intera indisturbati da incubi notturni. Nella colonia nacquero amicizie, amori, piccole e future comunità; inevitabilmente si mescolavano le vite dei giovani ospiti a quelle degli abitanti del luogo. Tra il 1946 ed il 1949, la maggior parte dei "bambini di Selvino" fu imbarcata sulla Motonave Rondine Enzo Sereni. Quasi tutti furono accolti in Eretz Israel, nei kibbutz Tze'elim e Hanita. Adesso, dopo tanto tempo, il film tenta di ritrovare il gusto di quei sapori, di quelle voci amiche. Ripercorre le aule, la mensa, i dormitori, i giardini e i colori di quei pomeriggi in montagna, gli insegnamenti di quei maestri armati del bisogno di non far sentire più soli i ragazzi. Attraverso eccezionali documenti d’archivio su Sciesopoli, di fotografie, di filmati del grande Archivio Luce, e delle testimonianze dei ‘ragazzi’ di allora intervistati oggi, con accenti commossi, divertiti, memoriali, si ripercorre il filo di quell’esperienza unica: umana, didattica, sociale, culturale nel senso più pieno di abbraccio tra sapere e vivere.