FilmUP - Recensione: Sanctum

Sanctum
Frank è a capo di una spedizione di speleologi in quella che è considerata l’ultima caverna inesplorata dell’intero pianeta Terra, in Nuova Guinea. La ricerca degli studiosi sta per giungere al termine quando un uragano si abbatte sull’enorme grotta rendendola una trappola per topi. A Frank e a suo figlio Josh il compito di guidare i compagni verso la luce…
James Cameron presta il nome a questa produzione di circa 2 milioni di dollari. Un grande successo in terra australiana, un po’ meno negli States dove il film ha ottenuto tiepidi consensi da pubblico e critica. Ed è facile capire perché. L’australiano Alister Grierson, premiato per il cortometraggio "Short", dirige una storia ispirata a fatti realmente accaduti con toni che si rifanno più al National Geographic che al cinema di genere. E la presa sul pubblico ne risente. Peccato, perché oltre al nome altisonante di Cameron di motivi per rendere "Sanctum" avvincente ce n’erano parecchi. Il rapporto padre – figlio a fare da tappeto; il fascino dell’esplorazione come motivo iniziale; un luogo misterioso a fare da corollario… Ma forse, un cast selezionato con maggiore accortezza e una sceneggiatura meno prevedibile avrebbero reso il tutto più fruibile.
Così com’è “Sanctum” appare un tuffo nel vuoto. Echeggia (o omaggia?) qua e là il James Cameron di “The Abyss” e “Avatar”, ma perdendosi in un labirinto confuso di citazioni. E neppure il “solido” 3D riesce a dare forma ai sinceri intenti del regista australiano.

La frase: "Lui ci ammazzerà tutti".

Diego Altobelli

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