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Rapunzel - L'intreccio della torre
Era il 1937 quando l’imprenditore, cineasta e autore di fumetti Walt Disney (Chicago, 1901 – Burbank, 1966), dopo aver conquistato il pubblico con le divertenti avventure di "Topolino", diede vita ad un nuovo capolavoro realizzando il primo di quella che sarebbe stata una lunga serie di lungometraggi: "Biancaneve e i sette nani". Sono passati anni, sono passate mode e la tecnologia nel campo dell’animazione è ormai enormemente avanzata, ma nonostante questo la magia, targata Disney, si rinnova e dopo "La principessa e il ranocchio" ecco che arriva nelle sale cinematografiche: "Rapunzel – L’intreccio della torre". Per il suo cinquantesimo lungometraggio la casa d’animazione più antica e famosa al mondo ha deciso di rielaborare una delle grandi favole dei fratelli Grimm (Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm), presente nella loro raccolta "Kinder und Hausmärchen", intitolato: "Raperonzolo". Per questo nuovo lungometraggio, dopo lo scarso consenso di botteghino ricevuto da "La principessa e il ranocchio", la Disney abbandona alcuni dei tratti più familiari della casa produttrice, come i meravigliosi disegni a mano, a favore di una tecnica grafica che permetta di simulare uno stile artigianale, consentendo però l’utilizzo del 3D. I registi di questa impresa sono Nathan Greno e Byron Howard, già registi del simpatico "Bolt - Un eroe a quattro zampe", che danno all’opera un ritmo brioso e luminoso, realizzando una favola moderna sulla crescita personale, sul rapporto genitori-figli, sull’eterna lotta fra bene e male. Si è ormai lontani dalle prime principesse disneyane, Rapunzel è una ragazza ingenua e sognatrice, ma altrettanto intelligente e caparbia, desiderosa di vedere il mondo e capace di imporsi perfino sull’astuto combina guai Flynn. Il doppiaggio italiano è eccellente e realistico; la dolce e determinata Rapunzel è Laura Chiatti, il temerario Flynn è interpretato da Giorgio Morelli, mentre il capo dei banditi dal cuore tenero e con una passione per la musica è Mario Biondi. La pellicola è ben costruita nel suo insieme e anche i personaggi secondari divertono e fanno ridere da Pascal a Maximus e ad un simpatico Cupido ubriaco facente parte del gruppo dei banditi.
"Rapunzel – L’intreccio della torre" è un’opera fresca, briosa e originale, più moderna e forse più matura del solito, i dialoghi sono ben costruiti e con qualche battuta decisamente apprezzabile, forse la musica non è all’altezza dei soliti capolavori, ma risulta comunque graziosa anche se non avvincente. Nonostante l’innovazione tecnica, il film riesce ad integrarsi bene nel filone disneyano, continuando la magia delle favole.
La frase: "Una falsa reputazione è tutto quello che un uomo ha".
Federica Di Bartolo
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