Provetta d'amore
Se nel canadese “Starbuck-533 figli e... non saperlo” (2011) di Ken Scott e nel suo remake made in USA “Delivery man” (2013) – per mano dello stesso regista – si raccontava la vera storia di un donatore di sperma che aveva scoperto di essere padre di cinquecento bambini, questa commedia a firma di Jay Chandrasekhar – membro del team comico Broken Lizard cui dobbiamo, tra gli altri, “Super troopers” (2001), lo slasher in salsa demenziale “Vacanze di sangue” (2004) e “Hazzard” (2005), tratto dall’omonimo telefilm – parte dalla figura di Tommy Macklin, ovvero il Paul Schneider di “Come l’acqua per gli elefanti” (2011), alle prese proprio con problemi di fertilità.
Infatti, sebbene, ad insaputa della compagna Audrey alias Olivia Munn, ai tempi del loro fidanzamento, tre anni prima, abbia venduto più volte il proprio seme ad una apposita banca per comprarle un costoso anello, dopo nove mesi di continui tentativi non sembra essere in grado di metterla incinta.
Quindi, in mezzo ad una una serie di sgradevoli test dal gusto comico, si passa da visioni di film pornografici alla ricerca dell’eiaculazione ad inaspettate visite dei testimoni di Geova; senza dimenticare un incontro con una coppia omosessuale e visite mediche volte a riportare alla memoria traumi ai testicoli.
Fino al momento in cui, aiutato dal proprio gruppo di amici e dall’esattore della mafia indiana Ron Jon, cui concede anima e corpo il già citato Chandrasekhar, rintraccia la sua ultima donazione fertile e decide di mettere in piedi un colpo criminale con l’intenzione di recuperare la provetta che, appunto, gli potrà salvare il matrimonio.
Ma, quello che, sulla carta, si poteva lasciar immaginare come un tanto scatenato quanto movimentato viaggio su celluloide alla ricerca della felicità familiare, delude decisamente le aspettative, soprattutto se paragonato a diversi dei precedenti, divertenti lavori diretti dal cineasta originario di Chicago.
Colpa di uno script del tutto privo di gag capaci di mostrarsi innovative e, di conseguenza, al servizio di un fiacco elaborato incapace di strappare risate allo spettatore.
La frase:
"Questa è la cosa più bella che un uomo abbia mai fatto per una donna".
a cura di Francesco Lomuscio
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