Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate
Una vita fissata con la morte. Marmista di lapidi, compositore - per la banda del paese – di brani a cui non dà titolo (solo ad uno, per l’appunto una marcia funebre: "vento di passioni"), il nostro protagonista realizza la propria vocazione quando viene assunto, seppur a scadenza, come custode in un piccolo cimitero. La gente è contenta del suo operato, crede che porti fortuna - dato che per lungo tempo non muore più nessuno - e va a far visita ai defunti con piacere. Però non si vendono né bare né fiori e non c’è molto da fare, perciò Pinuccio si improvvisa giardiniere, elettricista e scava fosse in attesa di poter mettere la "divisa di gala" per un funerale, desideroso di tornare al paesino di provenienza, dove almeno 2-3 morti al giorno sono garantiti.

Girato in alta definizione, "Pinuccio Lovero - sogno di una morte di mezza estate" è il primo lungometraggio - tra documentario e finzione - di Pippo Mezzapesa, David di Donatello con il suo secondo corto, "Zinanà", e menzione speciale ai Nastri d’argento con il terzo ("Come a Cassano"). Indagine tra il serio e il surreal-grottesco che coinvolge anche il sindaco, il prete, il maestro, il film guarda alla provincia meridionale precaria, frustrata, che si affida alle promesse della televisione (Pinuccio partecipa alla trasmissione "il Treno dei desideri"). A incarnarla, un personaggio innocente, simpatico, goffo, romanticamente crepuscolare, solitario, dall’italiano dialettale, che constata quanto le visite alle tombe dei cari durino solo i primi mesi dopo il decesso e il cimitero diventi così luogo di oblìo, "la discarica dei morti". Gli capita di ragionare proprio con loro, e davanti alla macchina da presa ricorda l’amore svanito, si commuove parlando dell’attaccamento alla madre scomparsa, riguarda le fotografie. Il materiale è originale e poetico, ma soffre gli stonati sforzi autoriali (Mezzapesa viene da videoclip e spot pubblicitari) di virtuosismo estetico e brio.

La frase: "Ho 40 anni e finalmente faccio il custode a livello cimiteriale".

Federico Raponi

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