Enzo Ferrari è una leggenda vivente. Questo film vuole omaggiare la sua splendida carriera da corridore ed ingeniere, ma anche svelare quali fossero le debolezze di una persona che è sempre apparsa agli occhi della gente come un essere imperturbabile ed indomabile. Avendo concesso poche interviste nel corso della sua vita, direi che in questo film vi sono più contenuti inventati che seriamente accaduti, ma questo importa poco. I passaggi salienti della sua carriera vengono riportati, anche se reputo che sia stato un ò trascurato l'aspetto inerente alle corse. Il film non è perfetto. I primi 15 minuti risultano dal mio punto di vista un pò prevedibili e inesatti. Il fratello di Enzo infatti morì un anno dopo la morte del padre e non durante il periodo della guerra, ma questo semplice difetto, in una pellicola della durata di 215 minuti viene ben presto dimenticato. La pellicola spicca l'etteralmente il volo nel momento in cui entra in scena Sergio Castellitto, il quale incarna perfettamente un personaggio controverso e non semplice da poter interpretare. Per quanto riguarda il finale, direi che quella presenza (il giornalista o pilota, a seconda delle situazione) è una sorta di visione che racchiude in se tutte le persone a cui Enzo ha voluto bene, e che si è visto portar via dalla morte, a causa di fatalità, o malattie. Ma questa è solo una mia opinione. In conclusione, sono del parere che questo film sia assulutamente di ottimo livello. Forse meritava di finire nelle sale cinematografiche, ma l'eccessiva durata(?) impedisce a queste pellicole di poter trovare uno spazio nel mercato cinematografico. Proprio per questo i miei complimenti vanno al regista e agli sceneggiatori, che tutti insieme sono riusciti a comporre un'opera di qualità, disponendo di risorse inferiori rispetto a quelle che avrebbero potuto avere nel caso il film fosse stato destinato per il grande schermo. Voto 8/5