Gran bel film. Dimostra come sia cresciuta la cinematografia latinoamericana, e quella brasiliana in particolare (distante dai polpettoni messicani). L'attore protagonista, una specie di sosia al maschile di Frida Kahlo, è bravissimo. Naturalmente, come spesso capita ai bei film, assolutamente non noiosi, sarà difficile vederlo in circolazione. Peccato. Infine: il mio predecessore lamentava la mancanza di un “messaggio”...ma forse lui e i suoi comagni di visione erano persone troppo urbane per intuirlo. Un povero contandino, o figlio di contadini del nordeste brasiliano (dicmoa come il profondo sud di 50 anni fa) arriva, senza arte en parte, nella metropoli. Sopravvive scoprendo una dote, quella di cucinare, per cui è anche sfruttato (spesso da altri derelitti). Ma anche lui ha delle aspirazioni: alcune quasi “ingenue”, come quella di poter sposare con una prostituta, altre forse anche più comprensibile per i tre videnti che mi hanno preceduto. Migliorare la sua condizione sociale...anche in carcere.