Molti ritengono Colazione da Tiffany la prima commedia romantica della storia del cinema, e in effetti guardandolo oggi, a distanza di quasi cinquant'anni (e molte, molte commedie romantiche dopo), si riconoscono in esso diversi cliché del genere: la storia stessa, in realtà, potrebbe semplificarsi al solito "due ragazzi apparentemente diversi che, conoscendosi, mettono in luce le proprie affinità e poi si innamorano". Non sono propriamente d'accordo con questa definizione: Colazione da Tiffany appartiene ad un epoca in cui il cinema era inteso come arte pura, e i film di genere non esistevano ancora; lo considero dunque un film a sè stante, che, sì, contiene molti tratti della commedia romantica, ma anche una grande capacità introspettiva tipica addirittura dei film realistici e, perchè no, anche qualche cenno ai drammatici. Il personaggio di Holly, talmente ben interpretato dalla meravigliosa Audrey Hepburn da risultare inscindibile da lei stessa, è affascinante nella sua semplice complessità: non è una donna categorizzata, eroica o sfrontata di altri film, ma una creatura pura, con tutte le sue contraddizioni e la consapevolezza di averle; è una donna che vuol sembrare forte davanti agli altri ma soprattutto davanti a se stessa, che però soccombe spesso alla sua ingenuità. Attorno a lei ruotano le storie di molti personaggi, quasi tutti emblematicamente maschili, che fanno delle sue debolezze il loro punto di forza, sfruttandola nella consapevolezza che lei non si ribellerà: il boss che ne fa la sua spia inconsapevole, i ricchi signori che sacrificano la loro relazione in nome di alti ideali, e persino il vicino di casa all'apparenza innocuamente (e spassosamente) ostile, ma capace di rivelarsi molto cattivo. Il personaggio di Paul è in effetti l'unico non solo a comprendere i vari lati della personalità di Holly, ma a mettere in luce le sue debolezze non per trarne vantaggio, ma per aiutarla (e aiutarsi) a migliorare, pur combattendo con la "gabbia dorata" che la ragazza si è creata suo malgrado. La famosa scena in cui la Hepburn canta Moon River è all'apparenza semplice, ma emoziona perché in poche inquadrature descrive efficacemente i due personaggi e il sentimento che tra loro si instaura in una completezza che la rende ben superiore ad altre scene ben più complesse. E' dunque su questo che si basa la forza di questo stupendo film: il nascondere dietro un'apparente semplicità un'infinità di messaggi e di concetti, il che si ripercuote su ogni aspetto del film, dalla storia in sè per sè all'interpretazione (particolarmente azzeccata la scelta della Hepburn), dalla scenografia alla musica, dai dialoghi alla simbologia. Consigliatissimo a tutti.