Gli appassionati di film di guerra resteranno certamente delusi se sperano di trovare in questo film quello che cercano. la pellicola di eastwood infatti è più incentrata alla critica della politica e della società del tempo (e odierna?) che alla narrazione della battaglia di iwo jima, di cui si sarebbe potuto mostrare molto di più. il film è comunque di buona fattura e eastwood mostra ancora una volta quanto sia superbo dietro la macchina da presa. se sotto il punto di vista strettamente tecnico nulla si può rimproverare al registra, delle critiche possono essere mosse sul piano narrativo. il film spesso è difficile da seguire, soprattutto perchè i soldati morti (i presunti eroi) vengono spesso ricordati solo attraverso i loro nomi, che difficilmente vengono associati a dei volti da parte dello spettatore, sopratutto dopo solo 15 minuti di film. inopportuno sembra inoltre toccare il tema del rapporto padre-figlio nei soli minuti finali, potendosi concludere il film in ben altro modo. fuori luogo anche perchè il sentimentalismo (in stile spielberg) è tenuto lontano per tutto il resto del film. un lavoro quindi, quello di eastwood, che può essere apprezzato solo se si parte col presupposto di trovarsi dinanzi più un film ideologico, che un film epico. la frase: "gli eroi sono una cosa che creiamo noi, una cosa di cui abbiamo bisogno, è uno modo per capire cosa è quasi incomprensibile, come alcune persone possano sacrificarsi tanto per noi..."