Titolo film: |
L'ottavo giorno |
Opinioni presenti: |
17 |
Media Voto: |
8 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Rosetta Bolletti, 66 anni, Padova (PD) (PD)
Visto a distanza di un decennio, non mi convince più. |
Voto 6 di 10 |
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E' stato il primo film che ho visto con un attore Down e mi aveva stupito e commosso. Rivisto poco tempo fa, mi ha quasi irritata per qualcosa di "falso" che vi ho avvertito.
Rispetto alle opinioni attuali sull'handicap e sulle persone Down, non mi sembra nemmeno "politically correct". George infatti fa ridere per i disastri inconsapevoli che combina. Questo comportamento non è caratteristico di tutti i Down (c'è sempre la tendenza a generalizzare...) ma potrebbe essere verosimile solo tenendo conto della storia di George, come ci viene accennata dal film: è stato allevato e viziato da una madre anziana e sola, che evidentemente non si è preoccupata di educarlo e socializzarlo, ma deve aver accontentato qualsiasi suo desiderio o capriccio. Alla morte della madre, senza nessun aiuto ad adattarsi o a capire, è stato sbattuto in un istituto, privato di qualsiasi contatto col mondo esterno. E' evidente che qualche compromesso poteva essere trovato: per es. alla sorella gli assistenti sociali potevano suggerire che qualche visita, regolare e ritmata im modo da lui prevedibile, poteva essere anche programmata, anziché un aut-aut tra un abbandono totale (colpevolizzante) e una presa in carico totale (impossibile).
Oggi un giovane adulto Down meglio educato e non istitutizzato non si comporta in questo modo, e può essere inserito tranquillamente in un'attività lavorativa semplice, senza previsioni catastrofiche sul suo comportamento.
La contrapposizione tra i due personaggi rischia di penalizzare George a dispetto delle apparenze e delle buone intenzioni: infatti ne fa una macchietta e lo strumentalizza per ricavare una "morale" sentimentalistica e facilona: la sconfitta dei nostri miti di successo professionale che sacrificano la felicità familiare e gli affetti, ecc.
Evidentemente i nostri stereotipi sull'handicap si trasformano rapidamente. Dieci anni fa la realtà delle persone Down era molto diversa (pur essendo cambiata rispetto a un primo periodo in cui venivano tutti sepolti in istituto). Perciò questo film (che non è sulle persone Down, ma sulla nostra incapacità di vivere gli affetti) non è più accettabile.
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Questa opinione è stata scritta da:
Rosetta Bolletti
66 anni
Padova (PD) (PD). |
(23 Aprile 2007) |
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