Negli anni ’90 Willy è stato davvero un telefilm cult. La cosa più sorprendente è che lo è stato anche in Italia nonostante fosse un telefilm che aveva come protagonista una famiglia di colore, non tanto per una questione razziale (naturalmente) quanto per il fatto che spesso le storie e i personaggi si riferiscono a fatti o persone a noi poco conosciuti, per esempio nei primi anni ’90 la musica rap da noi non era molto conosciuta o apprezzata. Willy Smith che interpreta la parte di “Willy Smith”, è un ragazzo che ha la passione per la musica rap (di fatto lui era già un cantante rap famoso in coppia con l’attore che interpreta Jazz), il suo regista preferito era Spike Lee (universalmente riconosciuto come il miglior regista che ha girato il film su temi razziali) e il suo eroe era Malcom X. Quindi si intuisce bene di cosa parlava in maniera intrinseca questo telefilm. Naturalmente le risate erano assicurate in tutte le puntate, anche quelle più impegnate. I personaggi erano a dir poco eccezionali, anche i non protagonisti (il maggiordomo, Jazz). La vera arma in più era naturalmente Willy Smith. Irriverente, eccentrico, anticonformista, farfallone, simpatico e spiritoso, sia nella recitazione e a volte anche nei momenti più fisici della sua interpretazione, cioè quando balla. Ma che Willy Smith fosse un grande attore lo si sapeva e le sue due candidature all’oscar (“Alì”, “La ricerca della felicità” di Muccino) ne sono la conferma. Possiamo affermare senz’ombra di dubbio che Willy il Principe di Bel-Air è stato il telefilm più divertente degli anni ’90 insieme a Friends.