Titolo film: |
Amici miei |
Opinioni presenti: |
25 |
Media Voto: |
9 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Daniele, 26 anni, Napoli (NA)
Da antologia |
Voto 10 di 10 |
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“Amici miei” rappresenta forse il film chiusura della stagione della commedia all’italiana:è ormai tramontata l’epoca nella quale l’Italia,sotto l’effetto del boom che stordisce,rende tutti carichi di ottimismo e pronti a quella corsa al benessere che è rappresentata dal “sorpasso”di Risi,impedendoci di vedere le mostruosità della società(“I mostri”).L’Italia è adesso cosciente dei problemi che per un decennio sono stati ignorati:ci si risveglia con la crisi economica,il terrorismo e tanti fallimenti personali.Ed è così anche per il Perozzi,il Mascetti,il Melandri e il Necchi:quattro amiconi toscani quasi entrati nella fase della terza età che passano le loro giornate organizzando feroci scherzi alle persone più ingenue o viaggiando scanzonatamente per Firenze e dintorni fregandosene di tutto.Il loro scopo è distruggere la noia e la malinconia che per ragioni anagrafiche li attanaglia e dimenticarsi dei problemi familiari che ognuno di loro nel suo piccolo ha.Alla comitiva finisce per aggiungersi anche il Sassaroli,un medico benestante,pazzo quanto loro.
Un film che colpisce:la voglia di divertirsi e di beffare la gente è un sistema triste per buttarsi alle spalle tante infelicità;il destino è beffardo ed ecco che i cinque personaggi mettono tutta la cattiveria possibile nelle loro zingarate per fare a cazzotti con il destino e dimostrare a loro stessi soprattutto che si può restare eterni fanciulloni immaturi e goliardici anche a cinquant’anni.Tra loro si crea un cameratismo molto commovente:molto uniti e affiatati tanto da tirarsi stesso fra di loro colpi bassi pur di riportare nel gruppo chi rischia di tradirlo e allontanarsene(come quando il Meandri convive infelicemente con l’ex moglie del Sassaroli).Alcune zingarate sono diventate memorabili:ma quella che è da antologia del cinema italiano è quella degli schiaffi alla stazione.Perchè è la più significativa:un tipico scherzaccio da caserma indice di una carica di vitalità e strafottenza burlesca che li fa sentire così felici da farli saltare e gridare tutti insieme.Sequenza irripetibile.O come lo scherzo sulla banda di criminali teso al tontolone Bernard Blier.Memorabili gli attori,stupenda la malinconica colonna sonora di Carlo Rustichelli:davvero molto bella.La conclusione invece rappresenta forse la summa del film stesso:il giornalista Perozzi,malato di cuore,muore.Ecco che si materializza quell’infame destino che gli zingari scacciano con le loro spensierate scorribande.Ma durante il funerale rispunta a sorpresa Blier,al quale i superstiti danno a credere che Perozzi è stato ucciso perché voleva tradire i suoi ex complici.Lo scherzo riesce così realistico che i quattro amici scoppiano sommessamente in un misto di risate e lacrime.È il momento più toccante:la tristezza per la morte del loro migliore amico si scontra con l’autocompiacimento di un’ennesima beffa orchestrata ad arte.Questa scena che chiude il film è da incorniciare.Film pieno di emozioni allegre e malinconiche insieme.Unico
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Questa opinione è stata scritta da:
Daniele
26 anni
Napoli (NA). |
(15 Novembre 2006) |
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