Un film d'oro. Di quelli che raramente si vedono nella TV-spam e nelle sale cinematografiche. L'ineluttabilità della morte (e delle "tasse"...), inserita in questa "favola" post-moderna, s'intreccia nel dramma della nostra perenne ricerca della felicità. E'davvero così difficile poter raggiungere con serenità il momento della nostra "ultima meta"? Eppure, senza dover ricorrere ad alcun odiato precetto moralistico, questo film, reso piacevole ed intenso dalla professionalità dei protagonisti e dell'autore, rivela quanto siano attuali i valori dell'onestà e dell'integrità dell'animo, oggi, così vilipesi e dimenticati. Così il nostro modo di amare, il nostro concepire l'amore, spesso inquinato da passioni e stereotipi, conduce spesso all'inganno e al danno verso chi veramente ci ama e, naturalmente, a noi stessi. Altro che felicità. Scoprendo invece la semplicità dell'amore (per amare, non basta solo non fare il male) o almeno disporci per quest'idea, forse potremmo trovare la nostra felicità nel nostro vivere quotidiano e, persino, simpatizzare con la morte(quella col volto di Brad Pitt...).