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Titolo film:    The quiet american
Opinioni presenti:    9
Media Voto:    8 - Media Voto: 8


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Il parere di Maddalena, 40 anni, Milano (MI)
Un americano tranquillo
Voto 7 di 10 Voto 7di 10
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L’australiano Phillip Noyce (“Ore 10: calma piatta”, “Furia cieca”, “Giochi di potere”, “Sliver”, “Sotto il segno del pericolo”, “Il santo”, “Il collezionista di ossa”) dirige con abilità il remake di “Un americano tranquillo” film del 1958 del regista Joseph L. Mankiewicz (con Audie Murphy, Michael Redgrave e Giorgia Moll) tratto dal celebre romanzo del 1955 di Graham Greene. Nella pellicola (prodotto da Sidney Pollack) a tessere il filo della storia è la voce narrante, in prima persona, di Fowler che descrive il suo rapporto con l’americano fin dal loro primo incontro al bar dell’hotel Continental. Un’amicizia che si trasforma presto in gelosia quando l’inglese si rende conto che l’americano vuole portargli via la donna che ama. Questo però non è un film sentimentale e neppure di spionaggio, è una sorta di “manifesto profetico” che annuncia quella che sarà la disfatta americana in Vietnam. Ottima la scelta dei protagonisti: lo straordinario Michael Caine (che per questo ruolo ha ottenuto la nomination all’oscar come migliore attore protagonista), l’affascinante Brendan Fraser (che grazie a questo film sembra tornare ad uno stile recitativo più serio e composto come quello sfoggiato in “Demoni e dei”) e la bellissima quanto sconosciuta Yen Do Thi Hai. I più esperti potranno notare una certa similitudine con un altro film tratto sempre da un celebre romanzo di Graham Greene, “Il console onorario”, ancora con Michael Caine (che ottenne una nomination come miglior attore non protagonista) ed un accattivante Richard Gere. Anche lì due uomini, uno giovane ed uno più maturo, si contendevano l’amore di una donna, anche lì vi era un fattore “politico”, ma non una guerra bensì una dittatura, e anche in quel caso, alla fine, era il giovane a morire in maniera drammatica lasciando all’uomo maturo il compito di consolare la ragazza. Sarcastica la scelta del titolo: “Un americano tranquillo”, in realtà Alden Pyle si rivelerà molto più pericoloso di quanto potesse sembrare ai molti.

Questa opinione è stata scritta da:
Maddalena
40 anni
Milano (MI).
(31 Maggio 2005)






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