Titolo film: |
I diari della motocicletta |
Opinioni presenti: |
171 |
Media Voto: |
8 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Giuseppe, 56 anni, Milano (MI)
Due mondi, una stessa motocicletta |
Voto 9 di 10 |
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La recensione di Teresa Lavanga fa onore ad un bel film, che ha il pregio di non raccontare la vita e l’opera del Che, come una più retorica lettura del personaggio avrebbe certamente permesso, ma mette a fuoco la insopprimibile voglia di viaggiare di cui MI AL e FUSER furono assoluti precursori per la epoca, il 1952 ed i luoghi del viaggio, l’america latina, i suoi sconfinati paesaggi, e la splendida carrellata sui nativi. Il viaggio dei due assume quindi oltre che un valore conoscitivo, anche un valore simbolico, per i modi e le realtà che i due hanno avuto modo di incontrare. Gli esiti del viaggio poi sono stati profondamente diversi. MI AL ha scelto la strada più “borghese, quella di costruirsi un futuro in una istituzione sia pure lontana dalla patria argentina. FUSER ha sposato la causa della rivoluzione attraverso cui tentare il riscatto di popoli condannati dalla storia e dalla geografia, diventando il famoso CHE che ha costituito il “mito” per le generazioni successive.
Ma nel film le due storie sono assolutamente parallele: entrambi i ragazzi vivevano le esperienze con intensità, ma mentre l’uno, più realista, si accontentava di esiti normali per ragazzi della loro età quali l’incontro con la ragazza sulla nave o il compiacimento del dottore con un apprezzamento quasi ipocrita del libro, il CHE era un sognatore che faceva quello che il cuore gli suggeriva, fosse la negazione di qualsiasi valore al libro del medico o l’attraversamento del fiume a nuoto e certamente non si sarebbe accontentato di diventare un brillante medico di una sana famiglia argentina. Insomma due persone con esperienze simili ma con diverso coraggio e visioni del mondo.
Un accenno infine alla motocicletta, protagonista anch'essa di questo film: la Norton è stata considerata per molti anni ancora dopo il 1952 un mito ed un sinonimo di moto sportiva, assieme ad altre gloriose marche inglesi, BSA, Triumph. Dove sono finite quelle moto? Forse è rimasto solo il marchio di una, la Triumph. Ma sotto di esso si nasconde un'anima .........giapponese.
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Questa opinione è stata scritta da:
Giuseppe
56 anni
Milano (MI). |
(6 Settembre 2004) |
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