Dopo il bel Phenomena, che comunque sia dava già qualche avvisaglia dell'imminente declino, Argento mostra di avere le idee parecchio confuse, e crea un horror/thriller dignitoso nella confezione, che si presenta davvero bene, ma che improvvisamente si mostra per ciò che è davvero: un punto basso.
Intendiamoci, non parlo di un film insulso, stupido e relegfato alla peggiore monnezza trash, tutt'altro, e lo stile di Argento è pur sempre stile, ma c'è qualcosa che non va...
Innanzitutto la sceneggiatura e la regia: traballanti e insicure, piuttosto prive di mordente anche nelle occasioni d'oro nel film, che con un lavoro migliore avrebbe avuto davvero tantissime sequenze da antologia dell'horror. Cosa dire dell'enorme potenziale di scene come il volo dei corvi sulla platea, l'idea degli aghi negli occhi per (credo) due omicidi, il falso finale nel teatro in fiamme? Nulla, se non che potevano essere davvero delle bellissime sequenze, e che tutto il film sarebbe potuto essere un nuovo capolavoro del maestro dell'orrore, se solo Argento non avesse avuto tanta confusione mentale. Appunto, dicevo che è un film conbfuso. Il ritmo è altalenante, spesso non riesce a trasmettere nulla: paura, tensione, non riesce a scioccare come i precedenti film, dalle invenzioni geniali. Ci resta il gran mestiere e la conferma di stile di Dario Argento, le panoramiche del teatro, il proiettile attraverso lo spioncino, la meccanica dei delitti.
Sia chiaro, non voglio soffermarmi su fattori alla fin fine insignificanti come il fatto, che ne so, che la stilista ingoi un medaglione grande come il pugno di un bambino, nè sulla tanto decantata violenza che poi si è rivelata abbastanza ridotta nell'insieme.
Gli attori se la cavano dignitosamente, tuttavia nessuno o quasi riesce a rendere realmente la psicologia del ruolo: non sono ambizioni freudiane, semplicemente trovo gli attori poco convinti e fuori parte, anche se bisogna dire che c'hanno messo tutta la buona volontà.
Un fattore importantissimo era quello dell'atmosfera: un teatro allestito per la preparazione del Machbet era una porta aperta per il macabro e la suspence. Ma invece il film non trasmette il senso allucinante di claustrofobia e terrore che Argento riusciva a rendere anche girando la scena in una strada nebbiosa.
Ultima nota dolente: il finale. m come, dopo aver girato tutto il film in un teatro perennemente immerso nella penombra, si arriva ad un tale spirito pacchiano, con elicotteri e polizia a tutto spiano in mezzo alle montagne?
Lasciamo stare i vari significati metaforici, Opera è un film che lascia tutta l'amarezza di un occasione sprecata.
In sostanza, parliamo di un film pieno d'idee e dalla storia quantomeno affascinante, ma al tempo stesso artificioso e confuso. Peccato.
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