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Titolo film:    Cantando dietro i paraventi
Opinioni presenti:    50
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Il parere di Sauro, 31 anni, Chiari (BS)
Un piccolo grande film, una piccola grande speranza
Voto 9 di 10 Voto 9di 10
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Le navi da guerra imperiali erano così tante che "il mare non bastava a contenerle tutte". Per la vedova Ching ormai non c'era più scampo, tutti gli uomini del suo equipaggio si preparavano a morire da eroi. Ma ecco che dalle bocche di fuoco avversarie, invece del rombo dei cannoni si librano nel cielo tanti aquiloni colorati, simbolo di un'antichissima usanza cinese: "se accetti un gesto gentile devi gettare la spada" ... E la piratessa obbedirà, avrà l'onore delle armi e da quel momento regnerà la pace, e le donne torneranno a cantare dietro i paraventi... Non ricordo, nel cinema di questi ultimi anni, una scena così toccante e così visivamente splendida. Come splendido è questo film, ultima fatica del "maestro" Ermanno Olmi. Un film diversissimo dalle ultime opere del regista bergamasco, così leggero, così colorato (grande la fotografia del figlio Fabio), così poetico come può esserlo solo una bella favola: quella, appunto, della vedova Ching, moglie devota che diventa filibustiera in seguito all'uccisione a tradimento del marito, vitima di un complotto di corte. Questa donna minuta e apparentemente fragile scatenerà il terrore nei mari d'Oriente, costringendo addirittura l'Imperatore in persona a muoversi per fermarla. E quando ormai tutto sembra perduto, ecco il perdono, la resa, la soluzione pacifica di cui solo un monarca illuminato è capace. Un piccolo grande film, incentrato sull'idea della pace, del rifiuto delle armi, del rispetto reciproco. E splendidamente interpretato dagli attori protagonisti: la ventenne Jun Ichikawa, che nella vita normale fa la studentessa di ingegneria, e un immenso (in tutti i sensi) Bud Spencer, tenero e commovente in un ruolo finalmente importante. Olmi dice di aver scelto di raccontare questa storia perchè se avesse fatto un film contemporaneo sarebbe caduto nel ridicolo: questa è la nostra grande tristezza. Oggi tutti mostrano i muscoli, nessuno cerca la soluzione meno tragica, "se ad un popolo offri la resa, può darsi che ti venga accettata, se offri la guerra non potrai ottenere in cambio altro che la guerra". E' quantomeno singolare che a pronunciare queste parole sia un regista di settantadue anni, ancora pronto a credere in un mondo migliore. E finchè ci saranno uomini come Ermanno Olmi, ci crederemo anche noi.

Questa opinione è stata scritta da:
Sauro
31 anni
Chiari (BS).
(25 Novembre 2003)






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