Non è tanto la trama il punto forte in questo film...la tela è debole,la storia d'amore di una semplicità sconcertante,ciò che si respira qui è la poesia,la purezza di un amore quasi bambino e sembra quasi di sentire l'odore di quella vecchia barca misto a quello dell'acqua del canale...un antico bianco e nero che coinvolge,trasporta in tempi lontanissimi,dimenticati,e che ci lascia il desiderio di poterli vivere anche noi,desiderio difficilmente appagabile.Chissà cosa avrebbe fatto Vigo se non fosse morto a soli 29 anni...questo strano,semplicissimo,poetico film ci lascia questi dubbi...
è sicuramente un buon film, mai mi ero avvicinato così tanto ad un film romantico, li disprezzo per natura, perchè oggi il romanticismo è scomparso, se mi sono interessato a questa pellicola è solo grazie allo stile di regia di Vigo, un buon montaggio, ha reso molta grazia all'attrice facendole recitare la parte dell'"ingenua", personalmente nella mia top ten dei film muti è secondo solo a "la folla" (da vedere assolutamente), forse se vigo non moriva ventinovenne ne avrebbe realizzati altri ancor più belli.
Titolo di punta di quel "realismo poetico" che si può, tranquillamente,considerare padre della "Nouvelle Vague"(Truffaut&Company apprendono come delle spugne da Renoir,Carnè e lo stesso Vigo!)"L'Atalante" mette in scena ciò che non si vedeva da un bel pò al cinema...almeno negli anni '30.Ignorando drammatiche storie proto-neorealiste, mettendo da parte le solite problematiche post-crisi economica, e fingendo di credere in un mondo dove il bicchiere è sempre mezzo pieno e la felicità è rinchiusa in quattro pareti, Jean Vigo ci racconta la storia di una coppia (come tante) che vive una storia d'amore (come tante!) minata da insicurezze e inquetudini(come tante!!)dove però l'ottimismo, la spensieratezza e (perchè no..!?)anche un pizzico di magia (penso alla celeberrima scena nella quale Jean Dastè sembra rivedere Dita Parlo specchiandosi nell'acqua!)sono i veri protagonisti.Tono e tocco delicato (perchè di delicatezza si può realmente parlare con Vigo),musica dolce e orecchiabile(il motivetto è "La chaland qui passe", versione italiana di "Parlami d'amore Mariù"di De Sica!),immagini che ti si stampano nella mente per tutta la vita(la già citata scena dell'acqua o quella in cui Pere Jules(Michel Simon)mostra alla Parlo(ma di certo anche a noi tutti)la sua "spettacolare"cabina!)e quell'atmosfera leggiadra,pura, disimpegnata che si riesce a trovare solo nei film d'oltralpe(..parlo per me!)rendono quest'opera un piccolo gioiellino da vedere, rivedere, sognare e conservare, a dispetto delle critiche e del tempo---sempre superficiali le prime, sempre più tiranno il secondo!