L'idea è originale; come originale è la colonna sonora e la scelta del bianco e nero; originale anche la fotografia. Questo l'avete detto più o meno tutti e voglio farlo anche io! Tuttavia la trama è inflazionata da un eccesso di pseudo dati matematico-fisico-numerici, il che la rende appesantita e a tratti più che un film pare di vedere una lezione universitaria. Lo spettatore si aspetta non solo elaborazione dati ma anche una narrazione, un'avvicendarsi di avvenimenti che qui vengono messi troppo spesso in secondo piano rendendo il film delirante e introspettivo, ma anche noioso e ripetitivo, o forse troppo spesso dispersivo. Lo spettatore nell'osservare questo continuo ripetersi di numeri, dati, simboli ecc... alla fine rischia un po' di annoiarsi. Almeno questo è capitato a me. Quindi sì all'idea e agli aspetti tecnici del film, no allo svolgimento della trama. La troppa originalità in questo caso ha sovrastato la narrazione, mettendola in secondo piano, purtroppo.
mi spiace ma non capite proprio niente...
1_è un film girato con uno sputo come budget (i passanti non sono comparse ma sono proprio passanti), se non ha attori famosi o effetti speciali allora non vale niente?
2_matematicamente non ha alcuna valenza ma esprime pregevolmente il misticismo che spesso avvolge la matematica e che questi geni colgono come nessuno sa fare.
3_il regista è un grande: notate le scelte registiche in diversi passi, non fermatevi a dire "è in bianco e nero quindi fa schifo" -.-''
4_se dite che è noioso è perchè probabilmente non avete visto delle tette e avete perso i passaggi logici cercando appunto di trovare le suddette tette...
5_la colonna sonora è perfetta, in linea con il sentimento di paranoia e delirio che si esprime nel film
Schizofrenia rispettata dalla fotografia che ti catapulta dietro gli occhi del protagonista e si riesce quasi a capire quello come vede il mondo. La vicenda risulta però a tratti ostica e macchinosa.
Grande film di debutto del regista Darren Aronofsky il quale riprende per sommi capi le atmosfere nere e claustrofobiche che furono del capolavoro Lynchiano Eraserhead e ci spruzza su un pò di delirio stile Tetsuo - Iron Man di Tsukamoto. Ne esce un film indovinato sia dal punto di vista della sceneggiatura che della regia. Aronofsky si rivela maestro nel seguire passo per passo l'odissea di un giovane ed asociale matematico nella sua impresa di scoprire lo schema analitico cui si basa il gioco di borsa. Il discorso tuttavia prende una piega molto più ampia fino a giungere alla conclusione che la borsa, il ciclo delle stagioni, il moto dei pianeti e tutto ciò che ci circonda è unito da un unico filo logico che risulta essere una costante di 216 cifre o "costante divina".
Pi greco si rivela essere una metafora delirante della continua ricerca di Dio dietro le singole cose, e di come ogni cosa che componga questo mondo sia in se stesso un universo compiuto e di come facciano parte a loro volta di un universo compiuto in cui è Dio a reggere il tutto!!
Allucinante, claustrofobico e paranoico, un pugno allo stomaco per lo spettatore, dall'inizio alla fine hai un pò la sensazione di soffocamento che ha il protagonista tra l'altro bravissimo, di film come questi ce ne sono pochi, non capisci niente fino a metà film, poi inizi a capire un pò la storia e alla fine del film non ci ricapisci più niente, un film lontano anni luce da i soliti filmacci commerciali made in usa, questa è la prova che anche il cinema europeo vale qualcosa.