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Pi greco - Il teorema del delirio

Opinioni presenti: 57
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Un ottimo film

(10/10) Voto 10di 10

E' un film che merita un voto alto: non sarà preciso (ma voleva poi esserlo? non è una lezione universitaria di matematica), ma ti porta a perlustrare i confini dell'ignoto, che non è solo lo spazio cosmico, ma anche i teoremi. Francamente, rileggendo le critiche negative scritte qui da alcuni, non li capisco: se avete avuto difficoltà a cogliere il senso del film, ditelo ma non denigratelo con banali affermazioni. PS. Chi ha visto somiglianze con "Tetsuo - The Iron man", se lo ricorda spanne, secondo me. A parte alcuni dettagli simili, ma poi la trama è completamente diversa, diversissima.



Eugenio, 45 anni, Padova (PD).




capolavoro assoluto

(10/10) Voto 10di 10

Siete stanchi della solita zuppa? a metà di un film in genere sapete già come andrà a finire?? i film d'amore vi suscitano odio, gli horror vi fanno ridere, gli action movies vi addormentano??? ...et voilà: ecco a voi pi gerco!!! un film incredibilmente diretto, asciutto, estremo. punk. camere a spalla, bianco/nero dal contrasto e dalla grana molto spinti, montaggio ipercinetico, atmosfera alienante enfatizzata dalla colonna sonora con maestri della musica rave tra cui orbital, aphex twin, massive attack. ha vinto il premio alla regia al mitico sundance film festival del 1998 (la più importante rassegna del cinema indipendemte mondiale). potrei scrivere per ore di questo autentico capolavoro... una pellicola incatalogabile: piuttosto che trattare i soliti temi incentrati sull'amore, o l'azione, o la paura, o il sesso eccetera, qui si affronta nientepopòdimeno che il nome di dio (!!!), scoperto infatti dal protagonista, e quel che segue a tale scoperta. vorrei poterlo consigliare a tutti, ma come emerge dalle recensioni prima della mia, non tutti sono in grado di comprenderlo, arrivando addirittura a scrivere che ci siano buchi nella trama (in realtà molto forte, lineare e semplice) o negli argomenti matematici, che sono invece ferratissimi e comunque non indispensabili a comprendere il senso del film. solo, il soggetto è molto pesante. un po' come fu per i nirvana: la musica era semplice, melodica, eppure molti li trovavano troppo... pesanti, appunto. domanda: ma se un film non lo capite, perchè andate poi a recensirlo?!? sapete almeno cosa sia un frattale? bah... ho scritto queta recensione solo per poter dare un voto alto dopo gli scandalosi e vergognosi voti bassi che gli ho visto affibbiati. comunque, per concludere, tutte le volte che incontro gente e si chiacchera di cinema la mia prima domanda è sempre la stessa: "ma pi greco l'hai visto?"



Davinelulinvega, 35 anni, Bologna.




stupendo

(10/10) Voto 10di 10

mi spiace ma non capite proprio niente... 1_è un film girato con uno sputo come budget (i passanti non sono comparse ma sono proprio passanti), se non ha attori famosi o effetti speciali allora non vale niente? 2_matematicamente non ha alcuna valenza ma esprime pregevolmente il misticismo che spesso avvolge la matematica e che questi geni colgono come nessuno sa fare. 3_il regista è un grande: notate le scelte registiche in diversi passi, non fermatevi a dire "è in bianco e nero quindi fa schifo" -.-'' 4_se dite che è noioso è perchè probabilmente non avete visto delle tette e avete perso i passaggi logici cercando appunto di trovare le suddette tette... 5_la colonna sonora è perfetta, in linea con il sentimento di paranoia e delirio che si esprime nel film



Giorgio, 18 anni, Imperia (IM).




il cinema alle gloriose origini

(10/10) Voto 10di 10

Un film lontano anni luce dallo squallore pietoso ed insensato dei film odierni insulsi e commerciali dagli incassi facili che si fanno pubblicità fino al botteghino e ottengono successo al box office. Questo è invece un film che ha molto pathos nell'affrontare con una regia di rango certo non commerciale, ma notevolmente dandy e più volta ad un' elite di spettatori (Aronofsky deve aver avuto l'ispirazione giusta). Film che si esprime in tutta la freddezza della natura e del caos contingenti, un capolavoro di fantascienza, non espresso banalmente nel clichè ma nascente dalla pura genialità; fantascienza in questo film si acquista a titolo oneroso con dei concetti di difficile portata quale il pi-greco e l'infinito: Dio con la Torah e la natura oppure Wall street come un disordine? Che dipendono entrambi da quella scienza segreta in una lotta tra il materiale e lo spirituale. In un punto di vista concettuale; Per l'udito le colonne sonore sono cupe e accompagnano l'atmosfera angosciosa e paranoica mentre dal punto di vista ottico la fantascienza è degna di far mostra di se al 100% in modo originale, ombre e abbagli, bianco e nero, la stanza da letto tra gli spazi angusti e claustrofobici ed i sanguinamenti, situazioni contingenti e caos che si completano come un mare di cose che visivamente creano come una nube sferica, cioè la vera fantascienza come è nella propria complessità, casuale ma simultaneamente sublime, fredda e razionale, astratta e spazio-temporale, qui la follia di un'astrazione sublime che protende verso l'infinito numerico, un punto virtuale che la mente umana non riuscirà mai a raggiungere, se non tramite un dono mistico che ormai sarebbe a dirsi fatale, che lascia perennemente senza cordinate, dove questo film ci lascia e abbandona in un 'flash' misterioso che risulta molto eloquente per la parola fantascienza, che finisce con la lobotomia.



Ludovico, 22 anni, Pisa.




La quadratura del cerchio...?

(10/10) Voto 10di 10

Film che merita più di un'attenzione, soprattutto considerando che si tratta del primo vero lavoro del talentuoso Aronofsky e che è stato messo insieme con un ridicolo (secondo gli standard cinamatografici) budget di 60000$. Gli elogi se li merita tutti. Le suggestioni da tecno-infezione allucinatoria sono certamente attinte a piene mani da Tetsuo (una lezione di cinema, non a portata di tutti per altro), come pure il bianco e nero più livido di un cadavere, ma risultano ben assimilate ed inserite divinamente in un contesto completamente diverso dal "mostro sacro" giapponese (più mostro che sacro, ovviamente). Usare certi estremi senza scadere nel cattivo gusto e nell'autoreferenzialità è senz'altro indice di classe. Certo il rigore scientifico non è garantito, può trapelare una certa ingenuità nel trattare certi argomenti, ma per me sono sintomo di coraggio innanzitutto... chi avrebbe il coraggio a 27 anni di fare un film con quattro soldi che si muove nel territorio dei PhD in matematica e dei paper scientifici? E a mio giudizio riuscendoci anche più che dignitosamente, sfumando saggiamente e con la dovuta prudenza su argomenti più consoni ad un corso di laurea, senza addentrarvisi ma facendone annusare allo spettatore l'aura mistica e maestosa che circonda "la rigina delle arti". Un punto debole lo trovo invece nella colonna sonora, fantastica altrimenti nel sottolineare il pulsare oscuro ed abbagliante che domina il film, ma in alcuni frangenti un po' troppo "rave-ottara"... il che può anche essere un bene, ma dal mio punto di vista finisce un poco fuori sintonia. Un peccatuccio veniale in ogni caso. Per me questo è un 10... per diversi motivi. Forse sarebbe più sobrio e corretto un 9, ma sento di potermi sbilanciare senza pentirmene.



Walter, 27 anni, Monza (MI).





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