Superbo mann (come sempre), regista che al suo quarto film realizza il primo dei suoi capolavori: l'intreccio dal libro di harris (red dragon con hopkins è terribile!) funziona alla perfezione e il film mette in scena uno dei serial killer più affascinanti e controversi delal storia del cinema, nemesi di un protagonista ugualmente tormentato, che lotta prima di tutto con i suoi spiriti personali per poter vincere la battaglia con il "mostro", più umano che mai; grande l'allucinato finale sulle note degli iron butterfly e ottima fotografia di dante spinotti (che diventerà poi assiduo collaboratore del regista)!
Consiglio a tutti coloro che non l'hanno visto di noleggiare la videocassetta di questo film che precede Il Silenzio degli innocenti e lo supera, secondo me. Atmosfere raffinate, recitazione superba (soprattutto il bravissimo e sensuale William Petersen), trama che ti tiene incollato alla sedia fino alla fine, non per niente il regista è Michael Mann e si vede. E' un capolavoro di film !
Cosa altro dire ? Io l'ho registrato in videocassetta e l'ho già rivisto sei o sette volte !
Musica, fotografia, recitazione, montaggio...tutto perfetto, un thriller psichedelico farcito da una colonna sonora fantastca(eccezzionale la scena dell' ultimo omicidio sventato dal protagonista, montata tutta a ritmo sulle note dello splendido brano degli "iron butterfly" in-a-gadda-da-vida...poi mi direte se non ho ragione!...ciao, vedetevelo!...
Tutti, o quasi, conoscono "Il silenzio degli innocenti". Pochi, viceversa, hanno visto questo film di Michael Mann, che precede il lavoro di Demme di parecchi anni. La trama è analoga (un detective alla caccia di un serial killer, aiutato da Hannibal Lecter), ma lo sviluppo è assolutamente peculiare. Anzitutto, la contrapposizione non è tanto tra Lecter e il detective, quanto tra questi ed il mostro. Parlo di contrapposizione, ma in realtà sarebbe altrettanto lecito usare il termine identificazione. Il detective, infatti, nasconde dentro di sè una drammatica dualità tra rispetto della legge e piacere di uccidere; ed il mostro è talmente umano, da innamorarsi di una ragazza cieca, per la quale prova uno struggente sentimento di tenerezza e protezione.Nel film di Demme, pur pregevole nel ritmo e nell'efficacia visiva, lo sviluppo dei caratteri è tutto sommato stereotipato; in quello di Mann, al contrario, si cercherebbe invano ogni minimo scivolamento verso la banalità. Insomma, se volete vedere un vero capolavoro, andate a vedere Manhunter.