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Melancholia (2011)

Opinioni presenti: 42
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Meraviglioso!!!

(10/10) Voto 10di 10

ogni singolo gesto o sguardo è significativo.Veniamo trasportati nel microcosmo di Justine e Claire e anche quando si avvicina la fine del mondo, non ci viene rappresentata una disperazione di massa, ma solo quella di Claire con le sue paure, lei come rappresentante dell'agonia mentre Justine è tutto il contrario. Lo spettatore sa già come va a finire, fin dai primi dieci minuti con le varie scene a rallenty, ma continuiamo a sperare vanamente che non avverrà la collisione, è una fine non dettata dagli sbagli del uomo ma dal universo,è verosimile e atroce.



Joy, 21 anni, Bologna (BO).




Un capolavoro di Lars

(10/10) Voto 10di 10

La critica è malfondata; è solo una sua opinione (povera) che non toglie nulla alla grandezza dell'opera. Molto pungente la prima parte che rappresenta il matrimonio dei "baüscia" straricchi, dissipatori ed annoiati: in fondo, assieme a loro, Lars condanna tutta l'umanità ad una meritata fine e senza appello, né speranza alcuna nell'aldilà (che non esiste affatto!) Chiaro che questo film può dar fastidio a tutti i credenti in una vita eterna. Ma quale vita eterna ? Ci crediamo talmente importanti da meritare di vivere pure in eterno ?! La natura quando vorrà spazzerà via tutto. L'uomo è solo un povero accidente della natura, simbolicamente molto efficacemente rappresentato dalla scena finale ove attende la fine cosmica "protetto" da un improbabile capanna di frasche. Questo noi siamo! Pensiamo di dominare la natura ? Ma quando mai! Quando solo vorrà ci eliminerà come fastidiose cimici e non resterà più traccia alcuna della nostra pretesa "civiltà". Questo dice Lars.



Marco Brenni, Lugano, 65 anni, Lugano (CO).




Fantastico!!

(10/10) Voto 10di 10

Era tempo che non vedevo un film così. Non saprei da dove iniziare: i tempi sono molto lenti, quasi ipnotici, grande musica, grande atmosfera. Una volta terminato ci siamo tutti alzati in un silenzio surreale e ci siamo diretti verso l'uscita, avvertivo nelle persone qualcosa di diverso ..... deve aver creato qualcosa in tutti noi. E' un film per gente emotiva, per pensatori lungimiranti. La vigliaccheria del padre, la disperazione materialista della madre ...Secondo me tutti coloro che criticano questo film sono solo persone superficiali a cui piace solo la banalità di tutti i giorni, e purtroppo ce ne sono molte. Ripeto: un film da brividi !!



Gianluca, 43 anni, Roma (RM).




MAGNETICO 2

(10/10) Voto 10di 10

da depressa malata Kirsten Dunst invece, nella terza parte raggiunge uno stato di consapevolezza, e come un guru spirituale si abbandona alla vita (quella vera), entrando in sintonia con la realtà profonda e pura di ogni cosa (infatti sa tutto: vedi gioco dei fagioli e scontro pianeti). Non ha paura ma è anzi attratta da Melancholia, tanto da sdraiarsi nuda per assorbire la luce e l'energia che il pianeta emana. Le favole sono fatte per i bambini, e infatti sarà lei a rassicurare il nipote illudendolo che quel "rifugio naturale" esista, una grotta fatta di bastoni e fantasia. Ma alla sorella non mentirà, non le permetterà di illudersi e di cedere alla paura o alla nostalgia (dibattito sul festeggiamento finale). Il film è angosciato e freddo, non lo si può negare, ma a mio parere ci dice molto, ci parla di una realtà pura che rifiutiamo di accettare con i nostri riti e le nostre idee fittizie sulla vita, sulla morte e sulla natura. Melancholia è la salvezza e il suo splendore accompagnato dalle musiche di Wagner ne è la prova. Non mi capitava da anni di avere il batticuore al termine di un film. Melancholia ci è riuscito, mi respinta per attrarmi come fa la vita tutti i giorni, come un magnete, come la terra. Cattiva si, ma per chi non ci crede.



virginia, 24 anni, Firenze (FI).




MAGNETICO 1

(10/10) Voto 10di 10

Inanzitutto vorrei dire a quelle persone che si lamentano tanto della telecamera a spalla/mano, che è un tratto distintivo di Lars Von Trier, è il suo marchio di fabbrica, non per moda ma in quanto suo personale strumento di comunicazione. Questa tecnica di ripresa, molto attenuata qui rispetto ai primi film, trasmette un senso di realismo e libertà che è molto difficile riscontrare nei canonici film hollywoodiani. Il problema è che, come ogni tecnica di comunicazione, deve essere assorbita e appresa dall'utente prima di essere apprezzata.. ci si deve fare un pò l'occhio, perchè siamo stati abituati ad una tecnica differente. La prova ne è il fatto che se provate a vedere più film di Lars Von Trier ad una distanza di tempo ravvicinata, già al terzo film vi assicuro che non proverete più il fastidio di cui parlate. è un pò come uno che non è mai stato in barca a vela! ma se soffri di mal di mare, non puoi pretendere di apprezzare le gioie dell'andare in barca.. perchè andare in mare vuol dire anche accettarne il dondolio, e capire Lars Von Trier vuol dire accogliere la sua tecnica di comunicazione. è impensabile scindere la tecnica di ripresa dal film! Al di là delle questioni tecniche, personalmente ritengo che questo film sia fascinosamente attraente e puro: si apre con il più quotidiano e banale degli eventi, un matrimonio in grande stile, per poi smontarci velocemente e chiaramente ogni personaggio e ogni cerimonia. Di colpo, ci accorgiamo che della nostra società non resta niente da festeggiare, da celebrare, da adorare. La famiglia, come sibolo della nostra comunità collassa su se stessa. O meglio, era già annientata dal principio (vedi rapporto con i genitori) ma il rito e l'abitudine tentavano di illuderci che tutto fosse perfetto. Il rifugio? la natura. La natura, con le sue piante e le sue stelle che attraggono così tanto Kirsten Dunst nella prima parte. No, la natura non è la risposta, perchè la natura siamo noi e noi siamo la natura. Tutto ciò che esiste in natura si crea e si distrugge senza un come e senza un perchè, e la protagonista se ne accorgerà presto. "La terra è cattiva" ci dice. Non credo che le parole del regista siano da interpretare in modo così semplicistico. La terra è terra, la materia si aggrega, si accarezza e si scontra semplicemente, ma è a noi che risulta cattiva secondo il NOSTRO concetto, creato da noi, di cattiveria. L'uomo ha concepito di vivere in una realtà che non esiste, secondo un'idea di perfezione inarrivabile, un concetto di bene e uno di male, perchè non riesce ad accettare il concetto di fine e di sofferenza. Così si illude (vedi Kiefer Sutherland)che ciò che ci circonda (stelle e pianeti) sia lì per soddisfare i nostri bisogni di bellezza di spettacolo. Si illude con tale forza che nel momento in cui la realtà lo spiazza smentendolo (Melancholia si avvicina) non resisterà al colpo e la paura di affrontare la vita gli procurerà la morte.



virginia, 24 anni, Firenze (FI).





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