Sono una fan del regista dagli inizi in superotto di Io sono un autarchico e lo vedo crescere, cambiare e maturare come avviene a chi è ricco di talento e poesia, mentre il profilo gli diventa sempre più rapace, la barba grigia, lo sguardo non immune dai suoi lampi luciferini quando si diverte e fa divertire. Mi auguro di cuore che a Cannes non giochino contro le recenti divergenze Francia-Italia che niente hanno a che fare con l’arte, dovunque si manifesti. La bellissima inquadratura iniziale dalla piazza dei funerali di Wojtyla, a salire in alto verso la cupola, seguìta dalla seconda dall’alto verso il basso, fino alla lenta sfilata dei cardinali che si avviano alla Cappella Sistina per il conclave. Dall’uomo a Dio, da Dio all’uomo, uno in particolare, quello eletto dall’alto, tramite i suoi rappresentanti in basso sulla terra. La tenda di velluto rosso della finestra che, in assenza del papa che non s‘è affacciato, mostra dietro il buio vuoto dove doveva esserci una bianca figura. Un’altra finestra con una tenda che oscilla come mossa da una mano, mentre i cardinali guardano trepidanti, ma che non è quella del Pontefice, bensì il frutto di un’ “astuzia” del suo portavoce. Il teatro invaso da una sfilata di cardinali in pompa magna, rigidi nelle loro vesti rituali, che lentamente riempiono la sala, mossi anch’essi da un sorta di universo liturgico come gli attori sul palco nella loro finzione scenica. Quel gruppo rosso che ingloba il Santo Padre riportandolo in vaticano, dove però lui, Celestino VI° (non a caso ma senza identificarsi col predecessore), riconferma tra lo stupore dei porporati dal suo balcone alla folla il sentirsi inadeguato a essere quello di cui oggi la Chiesa ha bisogno… Queste sin qui ricordate sono tutte sequenze indimenticabili!!
Nanni Moretti fa centro un'altra volta, raccontando la storia di un uomo che si sente inadeguato a sostenere il peso di una responsabilità troppo grande. Nessuna retorica, nessuna tesi dietrologica, nessuna ruffianeria; un bellissimo film.
amo Moretti per la sua precedente flmografia e anche questo film gli assomiglia c'è il suo "marchio". Bravo Piccoli a parte la commovente assomiglianza al nosto papa Karol degli ultimi anni. Il film è nuovo dinamico profondo ma divertente anche , Moretti psicanalista che si diverte a organizzare un campionato coi cardinali...o a verificare i sonniferi ansiolitici e psicofarmaci presi dagli stessi....troppo forte! Le musiche...ciliegina sulla torta. DA VEDERE
il papa è un ombra che la chiesa ci propone come e quando vuole;i cardinali sono uomini come tutti;moretti e Piccoli sono due facce dell'umanità :una sicura di sè che vuole organizzare la "partita" degli altri che fa scopa con la distrazione degli altri ; l'altra che sente la responsabilità del destino altrui a tutti i livelli.la chiesa ,ovvio deve essere più amorevole.ma tutti e due sono lasciati soli.si vive da soli con il propio vissuto. un film da vedere due volte senza eccessi senza urlo per una rassegnata emalinconica consapevolezza del senso della vita.ma ho visto anche un suggerimento a farsi da parte quando non si è all'altezza della situazione perchè bisogna pensare alle conseguenze delle propie azioni sugli altri o forse sono ossessionata da tanta arroganza e improvvisazione che mi circonda e il desiderio di incontrare professionalità e umiltà?
Subito una precisazione: non é un film religioso del tipo delle fiction-santino della televisione, nè un film anticlericale. Tanto che, se dovessi capire il ruolo che 'Habemus papam' ha nella filmografia di Nanni Moretti come la conosciamo, mi troverei senz’altro in difficoltà.
Un pontefice appena eletto va in crisi non sentendosi all’altezza dell’enorme responsabilità toccatagli e....
Uno spunto decisamente originale per un film non di rado anche divertente, dal tipico umorismo di grana fine del regista, che si regge in buona parte su due pienamente riusciti ritratti, quello anche tenero dell’anziano protagonista, un superbo Michel Piccoli, e quello dello psicanalista non credente e un po’ stralunato incaricato di curarlo che rompe il rigido protocollo vaticano, interpretato dal regista (si ritrova qui, in una sequenza, la passione per lo sport già presente in altri film di Moretti). Bel finale, dolce e gradevole anche per un laico. Non si sa neppure se Nanni intendesse ispirarsi a qualcuno in particolare, e di certo é un film di cui si può discutere a lungo; intanto gli ultrà cattolici più fondamentalisti (il sito filofascista ‘Pontifex’ e il quotidiano Cei 'Avvenire') sono già insorti, ma mi pare a malapena il caso di nominarli. Un bel film da vedere, che fa persino ridere in diversi momenti (Moretti una sua vena comica del resto l’ha sempre avuta) e che vi consiglio.
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(5.5/10)
