L’ultima fatica da regista di Sergio Castellitto, scritta dalla moglie Margaret Mazzantini, è una commedia un po’ surreale su di una coppia di mezza età, un architetto e una psicologa (Castellitto e Laura Morante), che scoprono il nuovo fidanzato della figlia adolescente, un settantenne stralunato ma saggio (Enzo Jannacci). Nel corso di una vacanza in campagna insieme ad una torma di altri personaggi, tutti più o meno fuori di testa, fra cui alcuni pazienti di lei, e in cui il più maturo di tutto sembra essere proprio l’anziano fidanzato, si ridefiniranno i reciproci rapporti in senso non certo positivo. Il vero protagonista, pur dimesso e in ombra rispetto all’esuberanza e all’aggressività degli altri, a conti fatti é lui. Jannacci, che da diversi anni non si capisce bene se c’é o ci fa ad apparire alquanto rimbambito, rifà praticamente se stesso, tanto da essere uguale a quando non recita. Anche Castellitto e la Morante ripetono ruoli già visti. Trama piuttosto bizzarra e non troppo lineare (come i personaggi) e alcune battute divertenti e intelligenti per un filmetto da vedere per chi ama l’umorismo un po’ “particolare” e non sbracato. Un altra opera che bene si inserisce nel cinema italiano di oggi, in gran parte votato alle storie e ai temi privati e familiari.
Non capisco certi commenti; certo, come tutte le cose il film può piacere o non piacere, ma dire che Castellitto non sa più recitare e che alla regia è ancora peggio mi pare ingiusto. Posso capire chi si aspettava di vedere una commedia facile e superficiale e non è stato accontentato; posso capire anche chi vi ha trovato un eccesso di (scontato?) moralismo... ma d'altronde è un film che fa riflettere, oltre che divertire, e non credo che le citazioni impegnate e moralistiche rovinino il film.
Secondo me è un bel film, che merita assolutamente di essere visto. Voto 8.
forse non il peggior film che abbia mai visto ma nella top ten ed in una buona posizione.
Castellitto non sa più nemmeno recitare e riguardo al dirigere si va ancora peggio.
Se proprio deve continuare almeno eviti citazioni colte, ci fa solo una pessima figura al confronto
Penso che da un certo punto di vista sia possibile paragonare la visione di un film alla bevuta di una bottiglia di vino.
Molti amano intrattenersi in disquisizioni su supposti sentori di lampone piuttosto che di liquirizia e, analogamente,nel caso di un film c'è sempre chi si avventura in valutazioni da consumato critico cinematografico.Ma il piacere,l'emozione e quella sensazione di gratificazione che spesso non riusciamo neanche ad elaborare che fine fanno?Molto spesso un vino è buono semplicemente perchè ci piace come un film è bello semplicemente perchè ci emoziona ci evoca
ricordi,persone care ci propone una qualche riflessione.
Per questi motivi trovo che "La bellezza del somaro" sia semplicemente un bel film.
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(6.5/10)
