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Hereafter

Opinioni presenti: 114
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Solo per pochi...

(10/10) Voto 10di 10

Poche persone riusciranno davvero a capire la profondità di questo film; la profondità di questa regia; la profondità di un argomento del genere; i più si saranno annoiati o avranno ripiegato su questo film avendo trovato esaurito Checco Zalone... come è successo nella sala in cui l'ho visto io. Bambini che ridevano, persone che parlavano... menti vuote che metterebbero due o tre stelle a questo film, perchè tale è il valore del loro cervello. Grande Clint.



Francesco, 30 anni, trani (BA).




Grazie Clint!

(10/10) Voto 10di 10

Non era per niente facile affrontare un tema del genere: Clint, ultimo grande maestro, lo ha fatto con molta delicatezza, dosando sapientemente gli ingredienti e senza mai scadere nella banalità. Ottimi gli attori (Damon e Cécile de France su tutti), splendide la colonna sonora e la fotografia. Da vedere, per riflettere.



Massimiliano, 38 anni, Caslano.




immenso..

(10/10) Voto 10di 10

Chissà il film, con la sceneggiatura in mano ad un'altro regista che direzione avrebbe preso, forse la pellicola sarebbe caduta nella classica commedia paranormale, oppure qualcuno avrebbe spinto troppo sul sentimentalismo, la grandezza di Clint in questo film stà nella misura, non c'è un fotogramma fuori posto, regia impeccabile, film sobrio e delicato, come la pennellata di un grande pittore..emoziona e fa riflettere. Di grande impatto la sequenza iniziale dello tsunami e bellissimo il finale quando i protagonisti si rendono conto che forse vale la pena vivere..voto 10



Giuseee, 22 anni, Falconara M.ma (AN).




Grazie ancora, ineguagliabile Clint

(10/10) Voto 10di 10

Clint Eastwood non si accontenta mai. Ci regale l’ennesima emozione, una nuova magistrale prova di cinema. Intreccia sullo schermo tre storie. La giornalista parigina bella e famosa, all’apice del successo e della carriera. Il giovane uomo americano prigioniero di un dono che vive come una condanna, nella triste solitudine di San Francisco. Il bambino londinese che perde tragicamente il gemello, con il quale condivideva una madre tossica. Il denominatore comune che lega queste tre vite apparentemente disuguali è l’esperienza diretta e indiretta della morte, che segna ciascuno dei protagonisti. Il tema dell’aldilà è solo il pretesto per raccontarci con stile impeccabile e grande senso di partecipazione la mestizia esistenziale di Marie, George e Marcus. Per introdurci attraverso le loro storie in altre storie collaterali, tratteggiate con altrettanta sapienza. Per fotografare i mali del nostro tempo (lo tsunami che in un attimo cancella uomini e cose, le bombe nella metropolitana di Londra, la superficialità sulla quale si basano certe invidiate carriere, il dramma della droga e dell’affidamento). Eastwood procede alternando tocchi lievi e pugni nello stomaco, perché così è la vita. Il grande Clint ci regala sequenze indimenticabili nel loro nitore, all’altezza di un regista ottantenne con la voglia di fare di un trentenne. Il più grande regista vivente, a questo punto. Non gli interessa inoltrarsi su quanto ci attende dopo la morte, non è questo il tema appena sfiorato del film. Vuole solo raccontarci tre percorsi, prenderci per mano e invitarci ad affrontare i problemi della vita che ci è dato vivere. Le tre storie alla fine si intrecceranno, in un finale salvifico che a qualcuno potrebbe far storcere il naso. Niente di tutto questo. Il miele non è nelle corde di Eastwood, spietato narratore di esistenze sempre in bilico. E però uscire dalla sala dopo essere stati inchiodati per due ore alla poltrona senza perdere una battuta e avere ancora negli occhi l’immagine di George che vede finalmente se stesso baciare Marie, dopo anni di torbide visioni vissuti in disperata solitudine, è qualcosa che riscalda il cuore. Grazie ancora, vecchio ineguagliabile Clint.



Sergio, 60 anni, Firenze.




Eccellente

(10/10) Voto 10di 10

E' un film realmente bello che da molte emozioni. Ho trovato bellissimo il filo comune che unisce le tre storie. ATTENZIONE: il film è si prende i propri tempi quindi non è veloce. Non aspettatevi un film frenetico perché non lo è, ma sappiate che vi troverete di fronte ad un film che ha i suoi tempi come li aveva il Sesto Senso. L'unica nota dolente è il fatto di andare a vedere questo bellissimo film al cinema nel periodo di feste, ci si trova circondati da persone che se non vedono una sparatoria o effetti speciali alla "Transformers" iniziano a scalciare.



Alex, 30 anni, Torino (TO).





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