Margherita Buy è un'attrice magistrale. Antonio Albanese si rivela attore completo, in grado di interpretare qualsiasi ruolo. Soldini ancora una volta superlativo, grande attenzione e sensiblità nel condurre una trama forte esaltando proprio il carattere e le capacità dei due protagonisti. Bravi anche tutti gli altri attori. Infine una Genova resa un po' vicoletti, un po' moderna, un po' arrampicata e un po' aggredita dalla motorizzazione, nella suggestione della musica arabeggiante. Viva questo cinema italiano.
Michele viene tagliato fuori dalla sua società e si ritrova senza un lavoro. Costretto ad abbandonare il tenore di vita borghese, dovrà tentare di rifarsi una vita, anche grazie all’aiuto di una moglie comprensiva e pronta al sacrificio.
Un film sul cinismo della nostra società, sugli assurdi meccanismi dell’economia globalizzata ma soprattutto sulla perdita del lavoro come dramma umano e psicologico, ancora prima che come problema sociale.
Un film come se ne fanno pochi, con due ottimi interpreti (da applausi Albanese) e una regia matura.
Michele e Elsa sono una coppia come tante in Italia, lui è il responsabile di produzione di una fabbrica nautica a Genova fatta nascere da lui e lei è una bellissima donna amante della storia dell'arte tant'è che il film inizia con la sua laurea a 40 anni compiuti.
Ma finita la gioia della festa iniziano le lacrime di verità, Michele da due mesi è stato buttato fuori dalla sua stessa ditta e da quel momento inizia una discesa negli inferi della disoccupazione.
Soldini confeziona un film che si allontana dai precedenti, prediligendo la strada del concreto con questa camera a mano che segue le angosce dei due protagonisti.
Due sono le vere intuizioni del regista: la prima è ambientare il film all'interno di una plumbea Genova la città giusta per il titolo e la seconda narrare le vicissitudini di due appartenenti al cosiddetto ceto medio per i quali la discesa è lenta e graduale ma decisamente molto dolorosa.
Gli interpreti fanno il resto con un Albanese in stato di grazia (da vedere la scena della carta da parati per capire) e una Margherita Buy più brava del solito lontana dal clichè della nevrotica che si infila addosso gli abiti di questa donna disperata ma molto forte, che ci regalano un finale sospeso ma ricco di speranza.
Voto 8
Finalmente un film italiano degno dei 7,50€ richiesti dal multisala della mia città! Ci voleva proprio. Dopo Cemento armato, era salito in me un distacco profondo verso le nostre produzioni, per fortuna questa pellicola me l'ha fatto passare. Un film intenso, profondo, magistralmente interpretato dalla Buy (che attrice, signori!) che da Albanese (avendolo visto quasi sempre in ruoli comici o tragi-comici non pensavo fosse adatto ad un 'drama' puro), che rendono alla perfezione lo stato d'animo e la disperazione dei personaggi. Bravi anche gli attori non protagonisti, che completano un cast ottimo. La storia è purtroppo drammaticamente d'attualità....la disoccupazione e la precarietà, la perdita del lavoro in età matura, e la conseguente difficoltà nel trovare nuovi impieghi. Vedendo le scene dei colloqui, delle visite alle 'agenzie per il lavoro' fatti da Michele mi sono ritrovato anche io eheh, essendo un giovane che sta muovendo i primi passi nel duro mondo del lavoro di oggi. Ma credo che qualunque persona non adolescente ci si possa ritrovare e possa 'soffrire' per le vicende dei protagonisti.
Decisamente un gran bel film, che lascia molti spunti di riflessione una volta usciti dalla sala. Nota stonata: il trailer dell'ennesima carnevalata di Boldi e soci, "Natale in crociera", subito prima dell'inizio di Giorni e nuvole.
Il film è uno spaccato attuale e contemporaneo della vita di alcune persone. La storia è più che mai viva e ci fa emozionare senza quasi mai annoiarci. Ottima la scelta di Albanese come protagonista che riesce a portare sullo schermo con la sua faccia l'uomo di tutti i giorni.
Trailer italiano (it) per Martedì e Venerdì (2024), un film di Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis con Edoardo Pesce, Rosa Diletta Rossi, Pier Giorgio Bellocchio.