Un grande film...per ciò che comunica.Senza molta azione ti fa entrare nel mondo della mafia giapponese.Grande regista...un film nn adatto alle teste di c****(come alcuni che hanno scritto opinioni assurde)
Grande, grandissimo film di Kitano.
Come in molte sue opere la violenza è accessoria al contenuto ed al messaggio finale.
Per apprezzarlo è da visionare non soltanto con gli occhi ma anche col cervello, sforzandosi di recepire i veri contenuti intrinsechi.
>Brother è un film ultraviolento.Con buona pace di quelli che benpensano in due ore assistiamo a sbudellamenti,bacchette conficcate nel cervello tramite passaggio nel naso,una manciata di dita mozzate,cadaveri disposti coreograficamente sul pavimento che formano scritte e decine di ammazzamenti.Diseducativo e ripugnante?Affatto.Kitano trasfigura la violenza e grazie anche (o soprattutto) alla sua espressione impenetrabile rende digeribile il tutto suscitando persino l'ilarità degli spettatori.Magistrale il primo tempo:Kitano mesce sapientemente comico e tragico senza dare giustificazioni sul perchè le bande in lotta cercano di sopraffarsi.Giapponesi,italiani,messicani e neri tutti uniti nel nome della lotta e della sopraffazione.Esemplari i siparietti tra il regista attore ed il bravo Omar Epps prima sua vittima e poi forse unico amico nell'amara conclusione.L'ambientazione americana non nuoce a kitano che trova comunque il modo di riproporre alcuni temi a lui cari:il mare,il senso dell'onore e dell'amicizia.In una seconda parte un po'troppo compiaciuta troviamo le due gemme finali con una scena alla butch cassidy dove si uniscono il senso del ritmo e dell'estetica violenta e uno struggente monologo in camera che si ricorda bene a visione terminata.Gli taliani ringraziano:per una volta i mafiosi non sono tutti grassi e non parlano tutti in dialetto stretto...anche se quel"geppetti" beh,un certo effetto comico ce l'ha.....
Ma come si fa a dare 5 stelline a uno schifo di film come questo, dove si vede nient'altro che::1) teste spappolate<br>2) dita mozzate<br>3) bastonicini ficcati dalle narici del nasu fin sopra il cervello<br>4) auto-sbudellamenti<br>Una cosa oscena
L'ultimo viaggio di uno yakuza, un viaggio verso la morte da compiere in grande stile. Takeshi Kitano firma un capolavoro, non ai livelli di hana-bi, sonatine e zatoichi ma comunque doloroso, intriso di rimpianto e poesia
La scena finale, uno contro tutti, vale mille film!!!
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.