ho visto il film per caso, mentre giravo, senza un obiettivo preciso, tra i canali.
Mi hanno colpito subito le labbra scarlatte di Melanie Thierry e subito dopo il suo fragile corpo ed i suoi seni piccoli e teneri. Una sorprsa inaspettata tra i seni-botte di oggi. Sono forse state quelle immagini a conquistarmi per l'intera durata del film, che, per di più era segnalato con un solo bollino rosso su TV Sette.
Bravo Tognazzi e bravi
Bello, anzi bellissimo.
Un piccolo romantico capolavoro, drammatico e passionale, un colpo delicato al cuore delle persone sensibili e amanti delle sofferte storie d'amore e della musica classica.
Bravi tutti gli attori, compreso il "ruspante" Pappalardo, nel ruolo di un rozzo patrigno dal cuore tenero; sconvolgente la bellezza di Melanie Thierry, una Falchi meno volgare, dal viso dolce e sensuale, una Terese Ann Savoy dei giorni nostri.
Una storia commovente, permeata da stupende musiche, che sin dal primo attimo accompagnano soavemente lo spettatore, nei meandri della vicenda.
Epica la figura del violinista sconociuto e ramingo, che gira nelle strade e nei locali a narrare la sua musica e la sua storia, paragonabile al suonatore Jones dell'Antologia di Spoon River di Master, mentre il massimo del romanticismo si avverte nella scena dei petali di rosa sul pianoforte e nel rapporto sessuale tra Ieno e la bella pianista, delicato e per nulla volgare.
Bravo Ricky.
Una grande delusione per questo Canone Inverso tratto dall'intenso e bellissimo libro di Maurensig. Il rapporto con la musica, col sacrificio di un artista prodigio verso la crescita artistica, l'impatto con la prepotenza, l'invidia, il passaggio violento e devastante del nazismo nella vicenda risultano del tutto flebili in questo racconto, trasformato in una sorta di sceneggiato piu' vicino a Elisa di Rivombrosa che alla storia elegante raccontata da Maurensig. La sceneggiatura privilegia il torbido e il melenso, costringe i giovani musicisti a gestualita' irreali, gioca con i garbugli degli adulteri in modo goffo e superficiale. Un intero film nato dalla storia di un violino senza neanche una musica di compositori che abbiamo scritto per questo strumento: ma c'era bisogno di Moricone?
Non ricordo quante volte l'ho visto, e ogni volta l'emozione è stata grande e diversa. La musica, deliziosa a volte perfino struggente, e le immagini si fondono meravigliosamente. La storia è commovente e ci porta a riflettere come in tante altre occasioni sulle atrocità della guerra, che non risparmia nessuno: arte e artisti.Dal momento che sono un insegnante di musica, ai miei alunni di terza media lo farò vedere.
Si, questo film è pieno di poesia, di musica, di rimpianto. Peccato che non tutti lo abbiano capito. E Ricki Tognazzi avrebbe dovuto ricevere maggiori consensi.