è un film che mi ha lasciato molto. ho scoperto chi era davvero che guevara, ho scoperto che era un ragazzo come molti, con i suoi problemi ed i suoi sogni, un cuore grande e tante energie per cambiare le cose. aggirandosi tra le sofferenze del sud america, tra le sue contraddizioni e spaccature, ernesto cresce e cambia, avviandosi verso l'obiettivo della sua vita. senza falsa retorica nè sentimentalismi, questo film offre un ritratto splendido di un uomo che, a prescindere dalla fede politica, vale la pena di conoscere e capire.
Ma quant'e' grande l'America, quanti spazi incontaminati, paesaggi solitari ed improvvisati villaggi che affiancano le grandi metropoli, prima fra tutte Buenos Aires. E' da questa citta' che muove il racconto di un viaggio diventato poi storico, ma che tale non sapeva di essere e non doveva essere. E' il viaggio di Alberto Granado ed Ernesto Guevara nell'America Latina datata 1952, a bordo di una scassatissima moto Norton, pomposamente ed affettuosamente denominata la Poderosa. I due giovani, Alberto piu' anziano e gia' laureato in biochimica, Ernesto ancora studente ormai prossimo alla laurea in medicina, intraprendono il viaggio in maniera inconsapevole, solo armati di uno spirito d'avventura e goliardico, ma, strada facendo, sara' il viaggio di una vita. La didascalia iniziale segna km zero, poi, di scena in scena, aumentano i km percorsi come la maturita' e la consapevolezza dei due protagonisti, non piu' disposti, alla fine del loro viaggio, a chiudere gli occhi sulle miserie, le disuguaglianze, le contraddizioni di un continente immenso. In particolare, sara' il giovane Ernesto il piu' segnato dall'esperienza e pronto ad assumere il ruolo che gli spettera' nella storia, quello del comandante Guevara, un'icona per la gioventu' di tutte le latitudini. Fortemente voluto dal nostro Gianni Mina' e finanziato dal capitale yankee di Robert Redford, il film e' abbastanza oleografico nella prima parte con la descrizione peraltro assai suggestiva dei paesaggi andini, acquista spessore sociale nel secondo tempo man mano che i nostri si addentrano nelle tristi realta' dei paesi attraversati. Ben delineati i caratteri dei due protagonisti, piu' godereccio e simpaticamente guascone Alberto, serio e tremendamente onesto il futuro Che, totalmente incapace di mentire anche a costo di essere brutale. Tipico film on the road quindi, ma non solo un viaggio reale, anche un viaggio metaforico alle radici di se stessi, alle origini di un mito. Da vedere, per saperne un po' di piu' su un personaggio troppo spesso ridotto solo a "santino" buono per tutte le rivoluzioni.
Bellissimo quanto l'altro film di salles central do brasil... bellissimo soprattutto perchè non è politico, ma semplicemente incentrato sulla grande sensibilità di un ragazzo che sarebbe poi diventato un idolo troppo usato come etichetta per molti giovani. bellissimo.
Manca di profondita la storia in se racconta del che turista prima di essere il che,è in questo viaggio che ernesto raccoglie l'entusiasmo e la voglia di fare qualcosa che resti!l'istinto lo portera alla storia e alla morte!il film non da spazio a scene profonde forse xche ancora doveva venire il bello!sarebbe + profondo forse raccontare di ernesto gia divenuto il Che!
Un film bellissimo,mi ha fatto capire quanta importanza ha avuto el che nellla storia americana e non solo!!
e poi anche se non centra con il film l'attore che interpreta ernesto guevara nel film è veramente molto carino!!
Trailer italiano (it) per Il fantasma di Canterville (2023), un film di Kim Burdon, Robert Chandler con Hugh Laurie, Imelda Staunton, Freddie Highmore.