Lindon è semplicemente super, le storie si intrecciano magistralmente ma attenendosi al comune denominatore che, secondo me al di la del caro vita dell'euro, è il rapporto con il denaro di qualunque nazione esso sia.
da gustare lentamente e discuterne poi ...
Un semplice intreccio di personaggi,che inseguono il loro rapporto di amore/odio verso il denaro che si conclude inevitabilmente in un lieto fine per tutti (improbabile quello di Coway/Lindon che salva il ristorante solo perchè avrà un figlio femmina) in perfetto stile francese: molte vicende si alternano senza lasciare troppo respiro, personaggi che compaiono e che non lasciano traccia (Denis? il tipo che si innamora della prostituta...). le vicende di Laurence (la ragazza ricca che rifiuta il proprio patrimonio) sono le uniche tratte da un racconto tratto a sua volta da una storia realmente esistita... Un film passabile infondo, con un grande Luchini nei panni di Brett senza momenti particolarmente esilaranti ma dall'atmosfera e adattamento piccato; di buona fattura.
Aspetto interessante riguarda la versione Italiana affidata ad un cast di Doppiatori Torinesi, per nulla orrenda, semplicemente diversa dai canoni standard del doppiaggio cinematografico italiano come lo intendiamo e ciò fa riflettere di come il doppiaggio romano ci ha imposto di "sentire" i film (buono in generale ma ottima la voce della ragazzina, della prostituta e centratissima quella di Lindon) le voci "nuove" spiazzano un po'i più attenti ma nulla d più.
Da vedere se avete visto tutto il resto.;)
Un film medio, niente di più. Ma dopo due settimane di orrori («l'amore ritorna», «i sentimenti»), almeno si riesce a passare la serata. Concordo sulla figura piuttosto stupida della ricca ereditiera che disprezza i soldi per trovare «l'amore vero». Ma Vincent Lindon e Fabrice Luchini, sempre molto bravi, riescono a tenere il film ad un livello accettabile.
Condivido la Vostra recensione, ove afferma che il tema è sicuramente attuale e che gli attori recitano bene.
Tuttavia mi sembra che il film si inserisca nel nutritissimo filone degli spunti interessanti... e niente più, palesando la diffusa incapacità di definire una trama, comune a molti registi e sceneggiatori contemporanei, come se quest'ultima fosse (ma non è) un optional. Anche perché, raccolto lo spunto, ed essendo il film oltretutto privo di scene memorabili, allo spettatore resta poco e si torna a casa con la consapevolezza di aver visto un'opera destinata inevitabilmente al dimenticatoio.