E' meraviglioso, è uno di quei pochi film che ti lasciano dentro qualcosa! ottimo pasotti, stupenda inaudi ma anche tutto il resto del cast, anche la regia è favolosa. in una parola puro
Semplice, ironico, divertente, emozionante. Si gusta dal primo all'ultimo minuto, mai banale, interessanti le molte citazioni cinematografiche. Uno dei pochi film che, a fine proiezione, si vorrebbe ricominciare a vedere
un film meraviglioso, che contrappone lo squallido mondo in cui tutti viviamo con quello delicato e utopico del vecchio cinema, non a caso è stato utilizzato come "sfondo" della storia la suggestiva mole antonelliana di torino; interpretato alla perfezione da quattro giovani e bravi attori del nostro cinema...è un'opera nostalgica, consente di entrare nello schermo e sognare con i personaggi, un applauso particolare va a davide ferrario che con pochissimi mezzi è riuscito a creare un'opera unica e suggestiva, molto rara nel cinema contemporaneo italiano.
Trascinato da un trailer accattivante e da una colonna sonora che, "vagamente" mi rimandava a "Lucìa y el sexo", un film che adoro, "Dopo mezzanotte" è uno di quei piccoli film d'essai che piacciono anche al grande pubblico. Testimonia questa mia tesi un buon incasso del film al botteghino, e una presenza stabile in classifica da circa due mesi.
Un timido, ma immenso Giorgio Pasotti apre la poesia del film, con le sue mele (onnipresenti durante il film) e la sua cinepresa antica tanto quanto i film che visiona durante il suo turno di notte alla Mole Antonelliana, splendida attrice co-protagonista di questo piccolo ma importante film.
La sceneggiatura è intrigante, mai scontata, combacia perfettamente col gusto retro che il film sembra voler dare. Deliziose le sequenze montate dei film muti di Keaton, e il "triangolo amoroso" che si presenta a metà film... due caratteristiche che rimandano ad un altro capolavoro, "The dreamers" dell'immenso Bertolucci.
Il film sembra, sin dalla prima scena, seguire due filoni paralleli: Torino nella Mole e Torino fuori la Mole, due tipi di poesia differenti, l'una classica, l'altra più ermetica... fino a che i due stili di vita si fonderanno in un unico tripudio di intenti.
Perfetto sotto ogni aspetto tecnico, e sostenuto dalla voce narrante di Silvio Orlando (la metafora della "polvere" all'inizio e alla fine del film è raffinata e raccontata irreprensibilmente) rimane un film "gentile" sul buon gusto di fare un cinema diverso.
Complimenti a Ferrario.
Una bellissima Torino notturna per un film che riesce ad essere originale raccontando, semplicemente, l'amore. Intenso, dolce e divertente. Molto bravo Giorgio Pasotti.