Dai, non siate così negativi. Questa è davvero una delle poche serie che regge bene sia contro il passare del tempo, sia con il comparire delle rughe sul viso della nostra bravissima Sigourney.
Tutte le volte si era detto: questa e proprio la fine…peccato. E ogni volta,in un modo o nell’altro, ce la ritroviamo in ottima forma mentre tenta invano di far capire ai compagni d’avventura che lì non c’è nulla da prendere sotto gamba, che il mostro è micidiale e che tutti loro moriranno ( non è mica un buon augurio per una missione già di per sé pericolosa ). Tutti invece sono muscolosamente dotati, cattivissimi e spietati con qualunque cosa vedranno muoversi. Questo cliché si ripete e si ripete, forse una volta di troppo, però funziona bene come profezia apocalittica, come una specie di “ve l’avevo detto”, pronunciato dalla massima esperta nel campo di razze extraterrestri. Ardita ed efficace l’ambientazione gotico-sotterranea, buone le luci, originali le nuove movenze dell’alieno che in una scena pare avere quasi un rapporto sessuale con la vittima che sta mangiucchiando. Nel frattempo anche il buon Lance Hendriksen esce di scena e lo fa alla grande, nello strazio del suo corpo smembrato ma ancora capace di rendere un ultimo servizio. Personalmente ho trovato molto simpatico il gran capo della colonia penale che con la sua arrogante presunzione di infallibilità gestisce il gruppo con carisma e voce tonante. Un bel personaggio che quasi sconfina nel comico. Certo, non è più il tempo del mistero, dell’essere inafferrabile e quasi invisibile che si nascondeva nel buio dei recessi della Nostromo. Sono già passati molti anni e due registi, dopo il maestro Scott, ma tutto appare ancora abbastanza fresco. Non si sente lo stantio del seguito tirato per i capelli. Non si capiva che la storia non poteva finire così, con quella specie di vittoria morale dell’alieno che in ogni caso rinasce mentre Ripley muore di certo ? “Quella” Ripley muore …
Il progetto del terzo Alien è un fallimento sin dall'inizio. La prima sceneggiatura viene affidata a William Gibson, il quale continua la storia dove Cameron la interrompe in Aliens, mantenendo Ripley, Newt, Hicks e Bishop come protagonisti in un contesto di scontro militare su una base orbitante, simile a quello del secondo episodio. Lo script, ancora reperibile in rete, è eccellente, ma viene rifiutato, qualcuno dice perché l'equipaggio della Sulaco viene tratto in salvo da una nave russa e Gibson si rifiuta di cambiarne la nazionalità, altre versioni, più sensate, adducono, come causa del rifiuto, un budget non all'altezza del progetto.
La sceneggiatura che approda sullo schermo, pur contenendo alcuni dei migliori dialoghi della serie, manca completamente di trama e viene rimaneggiata fino a portare sei firme, tra cui spiccano quella di Dan O'Bannon (regista de Il ritorno dei morti viventi, sceneggiatore del primo film di John Carpenter Dark Star e di Screamers, nonché soggettista del primo Alien), di Walter Hill (regista de I guerrieri della notte, produttore della serie TV Tales from the Crypt e soggettista di Aliens) e Vincent Ward (regista di Navigator).
Fincher, al suo primo film, sembra una scommessa valida: è una pedina sacrificabile. Ma sarà proprio l'eccezionale regia del giovane David a salvare il film dalla catastrofe, mutuando lo stile di Blade Runner, con un vasto uso di ombre e colori ambrati, l'atmosfera medioevaleggiante del carcere spaziale, nel quale la scienza è solo un ricordo, esce prepotente dallo schermo, affascinando lo spettatore al punto da fargli dimenticare l'inconsistenza del film.
Roger Ebert, una delle voci più importanti della critica americana, lo definisce "il più brutto film meglio diretto che io abbia mai visto" lanciando un plauso particolare alle travolgenti soggettive del mostro quando insegue i protagonisti.
Unico film schiettamente horror della filmografia Fincheriana, Alien3 trova, inoltre, un approccio inedito alla figura dell'alieno: per sottolineare il contesto quasi medioevale dell'ambientazione i galeotti, che hanno fondato tra loro una setta religiosa, lo chiamano il Drago. Alien viene quindi, per la prima volta, riconosciuto come paura primordiale, mostro dell'antichità, e sarà proprio Ripley, in un dialogo con un secondino, a sancirne la rinascita come Bau-Bau, riassunto di tutti i brividi infantili da filastrocca.
Credo che sia normale,per questo film,risentire in maniera negativa,del logorio dovuto alla ripetitività. Riproporre un'idea,sviluppata perfettamente nei primi due,esponeva al rischio di creare un abbassamento della tensione emotiva del film,che effettivamente c'è stato.
La mostruosa creatura Aliena non ha più segreti ormai e si cercano nuovi stimoli,abbandonando le astronavi,per evolvere la storia su "Fiorina",inospitale pianeta-penitenziario.Un film non brutto,degna chiusura della trilogia,considerando il quarto un episodio a parte.
Credo che questo film sia stato stroncato dalle altissime aspettative già prima che uscisse. Personalmente lo trovo più che buono. Nel primo claustrofobia e tensione, nel secondo tensione ma in qualche modo "militaresca", il terzo doveva essere qualcosa di diverso, e lo è. Anni dopo, riguardandolo senza pretese (rispetto ai bellissimi primi due), l'ho apprezzato molto. Non lo reputo all'altezza dei precedenti, ma neanche certamente da massacrare. Ha il suo perchè. Tutto è comunque meglio della ridicola creatura di Alien 4, che reputo il peggiore dei quattro. Per me si potevano fermare con questo.
Massacrato e distrutto da tutti questo alien3 invece per quando riguarda il mio modesto parere è un buon film.Non si può paragonare ai primi due episodi,al primo piu che altro perchè il secondo seppur bello lo ritengo sopravvalutato,però è assolutamente godibile con una discreta tensione soprattutto nel finale.Il mio voto è alto i film pessimi sono altri a mio avviso.