Se c'è un film che non dovrebbe mancare in nessuna videoteca "alternativa" è proprio questo "La montagna sacra".Un film che ha goduto, negli anni '70, di grossa fama e caduto nel dimenticatoio subito dopo insieme al suo autore: il grande Alejandro Jodorowsky (tra le sue opere i cult-movies "El Topo" e "Santa Sangre")..E' impossibile raccontare una trama fatta di iperboli, digressioni e suggestioni che hanno radici nella controcultura underground e nell'alchimia.In breve è la storia di sette degli uomini più potenti dell'universo che si fanno guidare da uno stregone alchimista (il regista stesso) in cima alla "montagna sacra" dove si dovrebbe trovare il segreto dell'immortalità.Al che Jodorowsky afferma: "quì non c'è l'immortalità. Questo è solo un film"..Tutto quà?No di certo: Jodorowsky imbastisce la sua opera di sotto trame e di visioni che rendono impossibile una lettura ordinaria del film.Come venne detto all'epoca per i film di John Waters, bisogna vederlo per crederci..Purtroppo non esistono più copie in italiano di questo capolavoro, ma è piuttosto facile da reperire via import..Da non perdere..
Ripropone simbolicamente tutte le tappe che l'individuo ha da percorrere per compiere l'opera cui ogni essere vivente è destinato.
dal risveglio alle morti dell'io, dalla mandorla mistica all'enneagramma, dall'oro all'io mostruoso, dai tarocchi ai pianeti, dall'integrazione finale all'illusione finale: c'è tutto.
ovviamente bisogna avere una chiave d'interpretazione per cogliere il significato dei simboli e poter conferire coerenza ad un film che appare sconclusionato e narcisista.
ma i simboli utilizzati sono i simboli, pertanto laddove non arriva l'io ci arriva senz'altro l'inconscio dello spettatore.
da vedere e rivedere più volte nella vita.
Surrealismo come cornice estetica, esoterismo alchimia gnosticismo e quant'altro in una fusione di immagini e situazioni ora grottesche ora tragiche che trasportano lo spettatore in un orgia di immagini e colori, volti a raccontare il viaggio "autentico" dell'uomo. Da vedere.
La montagna sacra è un film geniale, impregnato di esoterismo, alchimie varie, filosofia e surrealismo.Si divide in tre parti.La prima segue le avventure surreali, sconvolgenti e dissacranti di un ladro (il cui volto ricorda quello di Cristo)fino al suo arrivo dall'alchimista.La seconda descrive l'iniziazione del ladro da parte dell'alchimista, poichè è destinato insieme ad altri potenti a raggiungere la montagna sacra per carpire il segreto dell'immortalità.La terza parte è quella del viaggio verso la montagna e dei supplizi-prove che subiscono i viaggiatori. L'alchimista rivela a viaggio terminato che non c'è l'immortalità in cima alla montagna e che quello in cui hanno vissuto i personnaggi non è nient'altro che un film.La prima e la terza parte sono quelle che di più preferisco, così dissacranti (affronti alla religione),rigurgitanti di violenza, sesso, satira (la sequenza della conquista del Messico è inscenata da rospi e iguane)e poesia ( i volatili che fuoriescono dai corpi massacrati).Questo film è diventato un cult underground, difficilissimo da reperire al giorno d'oggi, ma a suo tempo fece molto dicutere per le scene dove l'esoterismo, la magia e il sesso fanno da padroni.Si può spiegare benissimo in due modi: non è un film, ma un'esperienza da vivere, ma anche con la frase di Proust:"Il viaggio di ricerca non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi."
Film come questi fanno sperare che la "gente comune" sia finalmente messa a conoscenza delle nuove scoperte sulla nostra "realtà" dove l'attuale visione scientifico-religiosa e fondamentalista, comincia a mostrare "crepe" di dimensioni sempre più grandi. Del film non posso che dire "ogni bene possibile", certo è andato in sala un po' di anni fa ed è passato un po'in "sordina", molti sono andati a vederlo solo perché era vietato ai non-maggiorenni e probabilmente ne sono rimasti un po' delusi.
Credo che il vederlo adesso gli restituisca quella "nobiltà di intento" che negli anni settanta sicuramente non fu ben percepita dai più.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.