Sono stata fortunata di averlo visto per la prima volta il 1 gennaio 2012. Troppo grande! mi ha sbalordita per le sensazioni forti che mi ha fatto provare. Sublime per la sensibilità e la perfezione tecnica con cui è stato fatto. Mi sono trovata a volare con quelle oche, e alla fine del loro viaggio mi sono sentita travolgere da quella forza dirompente della natura che con la sua bellezza esaltante è riuscita a dare un' espressione altamente umana a questo capolavoro.
E' semplicemente Poesia pura.
Chi ha recettori per la bellezza, non può non amare questa meraviglia di film.
L'ho visto due volte e penso lo rivedrò ancora.
Io lo ritengo un capolavoro; perché questo è più che un documentario sugli uccelli: è un saggio di tecnica cinematografica! Ovvio: la pellicola risulta tanto straordinaria perché la natura stessa lo è. Ma bisogna riconoscere, a chi ha realizzato questo gioiello, una prospettiva esistenziale (ed umanistica) senza cui non ci sarebbe comprensione del mondo, e dunque civiltà. Il popolo alato sta qui come metafora della vita, di tutta la vita, e l'odissea che compiono, anno dopo anno, i vari stormi (con perdite immani a causa dei cacciatori, dei predatori, di fanghi industriali ecc.), ci suggerisce che vivere necesse, malgrado tutto, e che la lotta alla fine ripaga; anche se, durante il percorso, abbiamo perso l'amico migliore, la compagna... o il figlio.
Non è un film per tutti, per me decisamente! Riflessivo, contemplativo, commovente, struggente, malinconico...ottime la fotografia e la musica! Se potessi rinascerei uccello.
La giovane età e la cultura imposta dalla playstation mi permettono di soprassedere ai guidizi lasciati dai miei amici adolescenti. Capire lo sforzo di 500 professionisti che hanno lavorato per 4 anni richiede una consapevolezza che questi ragazzi non possono avere. Dovremmo girare un documentario anche su di loro, trascendendo per una volta il punto di vista di Federico Moccia, che li vede sempre così impetuosi e interessanti.
Ho visto 3 volte Il Popolo Migratore, e non saprò mai esprimere in pieno la mia riconoscenza per avermi portato lassù, insieme con le anatre e le oche selvatiche. La fotografia lascia senza fiato, la colonna sonora sembra stata eseguita per l'occasione e il sonoro in presa diretta è stupefacente.
Consigliato a grandi e piccini, possibilmente insieme.
Pierdante Romei, 30 anni, Cisterna di Latina (LT).