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Il figlio

Opinioni presenti: 12
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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NUOVO NEOREALISMO

(9/10) Voto 9di 10

La volontà di capire. La comprensione. Il perdono. Questi i tre momenti topici di questa pellicola. Ho visto quest'anno decine di film. Credetemi, questo nella sua semplicità ed essenzialità è quello che più mi ha colpito e fatto ragionare. Direi molto per un film. Consigliato a chi non ama il cinema americano...... E a chi ama mettersi in discussione....



Carlo, 37 anni, Genova (GE).




è mostruoso

(5/10) Voto 5di 10

Questo film è letteralmente mostruoso. Le inquadrature sono fatte molto male,infatti a volte ti fanno girare la testa, e ci sono dei momenti che non hanno alcun significato, tipo quando si inquadra per mezz'ora il protagonista che non fa niente. L'unica cosa che si salva è la trama, che comunque è surreale, infatti non trovo normale che un genitore fa amicizia con colui che gli ha ucciso il figlio. Infine non ho capito la scelta di non inserire colonne sonore, tanto che in alcuni momenti sembra di guardare un film muto.



Mario, 15 anni, Salerno (SA).




una bella furbata da festival

(7/10) Voto 7di 10

intendiamoci: il film è bello, ma non riesce a convincermi proprio nelle pseudoscelte registiche, che sembrano spesso fatte per "farsi ammirare": l'assenza della musica, la telecamera inchiodata sul protagonista, la progressione della storia e la sua risoluzione...insomma mi sembra che i dardenne facciano un po' come von trier: giocano con lo spettatore-critico per sentirsi dire: "come siete bravi"! chi prova a contraddire rischia di essere sommerso dalle critiche! non ho mai amato i furbi e penso che talvolta certi autori e i loro "dogmi" lo siano! comunque ho visto di peggio: sono 10 anni che giro per festival e talvolta certe scelte non hanno nessuna relazione con la storia; qui si possono giustificare, ma non mi convincono: mi piacerebbe una regia più schierata e meno neoneoneoneorealista! complimenti comunque al protagonista; la mia ultima speranza è che non nasca un fabbrica di cloni dei dardenne pronti a sbarcare nei festival, a vincere premi e ad invadere i nostri schermi che hanno bisogno anche di più emozioni e di "scelte vere"!



Ivan, 27 anni, Pesaro (PS).




reazioni umane

(10/10) Voto 10di 10

film dove i particolari sono il fulcro portante. Riprese mai statiche. Le reazioni umane sono poste in grandissimo rilievo. Pochi dialoghi, senso di inquietezza. Suoni e movimenti studiati e protagonisti, non a caso non esiste colonna sonora, ma suoni industriali e suoni quitidiani. Assolutamente un film da non perdere.



Lazyjane, 28 anni, Pesaro (PS).




Cinema anno 0 ( II parte:la recensione è stata tagliata)

(10/10) Voto 10di 10

Delitto(senza)castigo.Parafrasando Dostojevski,dal quale il film assorbe più aspetti,veniamo al tema del perdono:dopo aver stretto un rapporto un tantino più intimo con il suo educatore,al giovane Francis vengono poste delle domande dallo stesso Olivier.Quest’ultimo è forse alla ricerca di una frase,una parola,un accenno che possa far intendere pentimento da parte del ragazzo.Ma il giovane,quando riceve una domanda come:“ti sei pentito di ciò che hai fatto?”,risponde:”Certo,avrei evitato 5 anni di carcere”.Frase che non è nient’ altro che una rappresentazione di innocenza perduta. Il luogo dove Olivier cerca di insegnare un lavoro non è altro che un istituto di recupero.Un purgatorio di gioventù bruciata alla disperata ricerca di trovare delle ali che possano dare un significato alle proprie vite.Anche se ha ucciso,Francis non va mai scambiato per un assassino,ma deve sempre esser visto come vittia della società.Olivier questo lo capisce. Ma l’aspetto più toccante di questa pellicola è raffigurato dal bisogno d’amore,sostanzialmente non visibile,che hanno entrambi i protagonisti. Olivier ha perso un giovanissimo figlio,e da allora la sua vita ha radicalmente cambiato percorso.Francis è rifiutato dalla madre,e non sa che fine abbia fatto il padre. L’uomo è alla ricerca di un figlio che non potrà mai più avere,e il ragazzo ha urgente bisogno di un padre che gli sappia indicare i valori e l’ importanza della vita.Un rapporto che in una vita normale non potrebbe esistere.In questa chissà….Tornando al finale:qualcuno potrebbe pensare anche ad un probabile omicidio(per quanto mi riguarda mai tenuto in considerazione),e potrebbe rimanere spiazzato da una conclusione cosi’ aperta,che invece rende l’ opera più matura,complessa e significativa(immaginate cosa avrebbe combinato un giovane regista americano…).Qualche distratto potrebbe scambiare il lavoro dei Dardenne per un omaggio al dogma danese:mdp a mano,luci quasi sempre naturali,utilizzo abolito di colonne sonore ecc. In realtà non si potrebbero immaginare due tipi di cinema più diversi:mentre von Trier e soci intendono sperimentare(in maniera molto discutibile),i Dardenne vogliono dire,utilizzare questo sistema per andare al di là della cinepresa.Cosa dire di Olivier Gourmet?Attore affezionato dei registi-brothers,riesce a calarsi miracolosamente nei panni del personaggio,tanto da sembrare un vero falegname con una prova bellissima:difficile immaginare un altro attore nelle sue vesti.E con grande merito,questo attore invisibile,è riuscito ad ottenere la Palma d’ oro a Cannes.Un cinema raro dunque,unico,al di là di ogni moda e tendenza (non è un caso che il pubblico ignora quasi questi film,preferendogli chissà che…).Ma chi riesce ad apprezzare “Il figlio” può dire ddire di aver assistito ad una lezione di cinema…e di vita.Inutile nanascondersi poi dietro a tante parole:perché non dire direttamente che questo straziante film è un capolavoro? Cinema allo stato puro.Cinema anno zero.



Diego, 19 anni, Napoli.





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