Impeccabile giallo dove spicca l'atmosfera morbosa del paesino in cui si svolge il film. Personaggi credibili e una sceneggiatura solida per un capolavoro del genere.Rivalutato solo a distanza di anni.
altro film da procurarsi, meglio se nella versione uncut recuperata da Lamberto Forni che non ha niente a vedere con quella televisiva che rete 4 quasi ogni estate manda in onda nella notte più fonda ( ma almeno non c'è la pubblicità). E' un thriller ambientato in un paesino del Sud in cui tutti sembrano colpevoli tranne chi effettivamente lo è. A riguardarlo però si scoprono degli indizi che solo un maestro come Fulci ci sa spiattellare davanti. E che dire della Bouchet e della Bolkan ?? fenomenali !!! C'è anche un Tomas milian pernulla coatto che da giornalista sarà l'unico a cercar di risolvere il caso. Per quelli che, come me, non sopportano le versioni ritoccate dalle mani di forbice segnalo le scene che la televisione non ci ha permesso di vedere :
1. La Bouchet come mamma l'ha fatta, tagliata probabilmente perchè appare nuda davanti ad un bambino. Anche i dialoghi osèsono stati prontamente mozzati.
2. La gente del posto i*******a, sopraffatta dalla supersizione più bieca che uccide (praticamente) la Bolkan a catenate.
Indimenticabile, nella sua tragicità la scena in cui lei muore nell'indifferenza delle famigliole che si recano in macchina vacanza. Siamo in pieno boom economico.
3. la morte del prete che cade dal dirupo.
Detto questo non posso che consigliarvi Non si sevizia un paperino e lo farebbe anche Tarantino uno dei tanti che ha preso spunto da questo formidabile regista italiano.
Un bell'esempio di giallo anni '70 cupo e inquietante diretto dal regista ormai morto Lucio Fulci.
Sicuramente il miglior film di Fulci con una regia ottima,bravi attori,tra cui due giovani Florinda Bolkan e Barbara Bouchet,e una trama intrecciata alla perfezione,degna dei primi gialli di Dario Argento.
Una perla che ultimamente è finalmente uscita riedita in vhs,in versione integrale e rimasterizzata.
Anche se ancora io non sono riuscito a procurarmela,consiglio vivamente questo film agli appassionati del genere.
In una delle rare occasioni in cui Fulci ebbe a che fare con una sceneggiatura ben congeniata ed un cast di attori non improvvisati, sfornò questo giallo d’autore ritenuto da molti una pietra miliare del genere. Se non fosse per il finale un po’ banalotto, “Non si sevizia un paperino” sarebbe un capolavoro da 10. La grande peculiarità del film è che tutti i personaggi sono, in realtà, dei comprimari al cospetto del protagonista assoluto della pellicola: il Paese con le sue credenze, le sue superstizioni e la sua ignoranza. Memorabili sia la scena (morbosamente eccitante) in cui la bellissima Barbara Bouchet seduce il ragazzino, sia quella (particolarmente violenta) del linciaggio della maciara. Consiglio la visione del film a tutti, anche a coloro che sono soliti evitare le pellicole di Fulci per le scene gore che le contraddistinguono. In “Non si sevizia un paperino” lo splatter è limitato a sole due scene ed è comunque facilmente digeribile anche da parte di chi non è avvezzo all’horror.
Grazie ad un'ottima sceneggiatura, a pochi cm dalla superficie significante, nelle prime frasi si cela già l'orrore. . La diversità e' il ba-bau dell'ignoranza da tempi immemorabili, il movente per ogni cultura, ma ricordarcelo non fa mai male.La scelta di contrapporre un paesino candido quanto claustrofobico per efferati delitti in salsa magia nera, e' ottima, anche se un po' banale.Le strade si confondono, le macchine faticano a risalire i tornanti, le "tozze" forze dell'ordine sbuffano nella ricerca del cadaverino fresco. Solo i bimbi, specchio rotto dell'innocenza, corrono a perdifiato fra monti incorniciati da lastroni,superstrade e possibili ponti di Messina (scusate la citazione anacronistica). L'unica soluzione e' usare la bicicletta. Quello che lascia l'amaro in bocca, e' il riscontro che si ritrova nei piccoli omicidi di borgo di ogni giorno. La quotidianeita' spaventa quanto i rituali satanici. La serialita' delle casette bianco panna e la ripetizione ossessiva delle azioni, degli omicidi, della vendetta del paese, crea un gioco di rimandi e rintocchi fra le mura interne_esterne delle case, come significano le bellissime inquadrature d'apertura a suon di campanile. Un film in salita per chi non conosce Fulci, che dopo nemmeno mezzora però, ti concede la vetta. Da li' in poi e' tutta una grande discesa da cui non riesci a staccare gli occhi. Comunque, Don Matteo fa molta piu' paura. :)
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(8.5/10)
