Il primo "Buffy l'ammazza vampiri" si può definire un esperimento fallito, perchè non è il pilot della serie tv, ma un vero e proprio film uscito nel 1992 nei cinema (almeno quelli statunitensi), dal sapore più di commedia che di horror-fumetto per adolescenti. E', comunque, firmato, nella sceneggiatura, da Joss Whedon, mentre la regia è di Fran Rubel Kazui che fa di "Buffy" non un film sui vampiri, ma sul vampirismo (perchè, secondo lei, si può essere dei vampiri anche senza zanne e trucco alla Christopher Lee). Kirsty Swanson è dumenticabile come Buffy, così com'è sprecato Donald Sutherland nel ruolo di osservatore (forse se c'era suo figlio Kiefer era meglio, visto che lui era fra gli interpreti un film sui vampiri, "Il buio si avvicina"). Più azzeccato Rutger Hauer come capo-campiro, Lothos, anche perchè l'ex-androide di "Blade Runner" sguazza bene anche nei film mediocri. Nel cast è da ricordare anche Luke Perry, nel ruolo di Pyke, il ragazzo ribelle di cui s'invaghisce Buffy, che sembra ricordare embrinalmente i futuri vampiri Spike ed Angel, ma anche il simpatico Xander, della serie tv. Vi sono divertenti camei di future star come Hilary Swank (una compagna di scuola di Buffy) e Ben Affleck (un giocatore di basket), allora ignari del loro futuro. Buffy, in questo "capolavoro", è una ragazza pon-pon di un liceo e, col suo talento di majorette, combatte dei vampiri che sembrano usciti da un numero di "Alan Ford". Effetti speciali che non ci sono, sangue assente, flashback poco curati e l'ex-Pee Wee Herman (Paul Rubens) che fa da vampiro/servitore a un Rutger Hauer che compare nella parte finale. Forse è un bene che si sia buttato tutto in commedia, perchè se il film avesse avuto successo e, quindi, si fosse fatto un sequel, la serie tv con Sarah Michelle Gellar non sarebbe stata girata. Cinque.