Sono andata al cinema pensando all’ennesima storia d’amore contrastata e invece ho trovato del “materiale” sulla questione droga e difficoltà di risalirne. Due casi disperati che in due non fanno una persona… lei donna molto forte ma che si trova a dover essere sostenuta in questo periodo critico da un soggetto che ne avrebbe più bisogno di lei.
Lui che accetta il suo aiuto (si trasferisce a casa di lei) per sostenerla in questo difficile momento. E lui che sembra quasi farcela per essere importante per lei… smette di drogarsi, frequenta un centro per tossici dipendenti, si avvicina ai figli di Audrey, fa un concorso per l’avvocatura di stato… fino a quando… lei non lo caccia di casa perché prende atto che l’amico non potrà mai rimpiazzare il marito.
E Jerry ritorna in strada a drogarsi.. trovato fortunatamente da lei in inizio di overdose tenta disperatamente e in modo tenace di salvargli la vita… 10 minuti di film a contatto con il mondo droga quando si è al culmine, i sudori freddi, gli occhi fissi, la necessità di cibo e di rimanere svegli…. Nulla del mondo “fuori dal mondo” di cui tutti parlano… solo un animale senza controllo… un essere umano che va solo imbrigliato e lasciato scaricare…
Bellissimo il passaggio di lui sul suo rapporto con la droga:
vedi l’aldilà, la sensazione di pace e onnipotenza solo una volta.. la prima… poi tutto va in discesa… e cerchi con forza di avere le stesse sensazioni della prima volta… ma senza riuscirci… fino ad arrivare a morire.
Melò fatto con molto occhio al mercato. Sontuosi primi piani degli occhi dei protagonisti, racimolato tutto il possibile per accattivare il pubblico: bambini, un bravo cognato obeso, un'attrice molto attraente, il tema della droga. Ci scappano anche frasi un po' atroci "vorrei essere bella dentro". Le riunioni degli eroinomani anonimi quanto di più stomacante si possa immaginare. Signora Bier, se vuole sbarcare in America faccia tutto il salto e non se ne parli più