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La guerra di Charlie Wilson

Opinioni presenti: 22
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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Charlie non si chiamava Wilson, però...

(10/10) Voto 10di 10

Ho visto questo spettacolo in aereo, di ritorno dal brasile e devo premettere che ignoravo la trama, il che ha reso più gustoso il leggero flashback adottato dal regista; ora, come da titolo, vorrei sottolineare che tutti i personaggi visti nella pellicola in questione, non saranno stati proprio lì dove l'ha messi lo scenografo, forse non in quel preciso momento storico, forse non portavano esattamente quel nome, ma vi assicuro, e chiunque sia stato in america, abbia conosciuto davvero certi ambienti, lo potrà confermare, che quegli americani esistono davvero, quei generali pakistani esistono davvero, quei mercanti d'armi israeliani esistono davvero, quei politici egiziani esistono davvero e tutte le paranoie/schizofrenie che essi manifestano muovono davvero le azioni di coloro da cui dipendono le sorti del mondo. detto questo ritorniamo al nostro spettacolo, ché di questo si tratta e non di 1 documentario: il suo scopo non è la propaganda o l'istruzione, ma intrattenere. e questo lo fa in maniera deliziosa: ho rivisto 3 volte la scena che precede la distruzione della porta a vetro del capo degli spioni americani, tipico menager del capitalismo anglosassone che tratta indifferentemente il personale, sia che si tratti di spie internazionali sia che si tratti di commessi di un noto fastfood, tipicamente manovrato da politici che si sono occupati di tutt'altro settore in vita loro, e non è detto che fossero diventati esperti almeno in quello... tipicamente immorale e disinteressato al suo compito. ma ecco spiegato l'avallo di forze militari e politiche straniere che mai avrebbero dovuto riceverne: i tre tizi che li spiano non capiscono nemmeno la loro lingua! figuriamoci se possono comprendere le ragioni che li muovono, oggi contro l'unione sovietica, e prevedere quelle che li muoveranno, domani contro gli stati uniti! la lealtà... credo che in fondo buona parte dell'idea ruoti proprio intorno a ciò: lealtà al proprio capo, paese, lavoro, credo religioso, e perfino politco, a chi ci ha aiutati (fino a un certo punto), a chi ci offre l'opportunità di riscattarci; in questo senso mi rimarrà impressa a lungo la domanda:"sono 24 anni che cercano di uccidermi, ed è gente che lo sa fare: ora, credi che lo facciano perchè sono il figlio di un greco che vendeva gassose o perchè sono 1 spia americana!?" ed in effetti se l'intelligence americana d'oggi fa cilecca rispetto a quella che operava in piena guerra fredda, deve essere anche perchè si affidano alle intercettazioni telematiche (telefoni e computers) ma hanno dismesso le spie originarie dei paesi che spiano, immigrati divenuti cittadini americani di prima o al massimo seconda generazione, che conoscevano i paesi e le genti che spiano e capivano ciò di cui vengono a conoscenza. la favoletta zen in finale suona come 1 autoassoluzione ma in realtà non lo è, perchè gli americani erano convinti che costruendo scuole ecc. ottengono alleati leali come gli europei: lo erano fino all'11/9/2008.



Fernando, 34 anni, Bufis (PE).




Non mi ha convinto

(6/10) Voto 6di 10

Il film è ben realizzato e girato, il ritmo eccezionali, la sceneggiatura ottima, il cast stellare. Eppure mi ha lasciato la sensazione che mancasse qualcosa, che il prodotto finale sia stato pesantemente rimaneggiato rispetto alle intenzioni originali. Certo il tutto è trattato volutamente con una certa superficialità, ma non è quello. Forse i personaggi sono troppo stereotipati, tutto è troppo come uno se l'aspetta.



Vittorio, 38 anni, Brescia (BS).




semplice ma non stupido

(7/10) Voto 7di 10

un Tom Hanks stratosferico trasforma un film tutto sommato semplice e semplicistico in una piacevole visione. La propaganda c'è, però è sempre dichiarata e non subdola. La storia si legge bene e unisce saggiamente parti brillanti, comiche e anche tragiche.



Enrico, 41 anni, Pescara (PE).




Lento e propagandistico

(4/10) Voto 4di 10

Non è un film: per metà trattasi di documentario storico e per metà di spot propagandistico americano.... fosse almeno scorrevole... noiosissimo, troppo lento !



Paola, 35 anni, Varese (VA).




La guerra di Charlie Wilson - Intelligente e brillante

(8/10) Voto 8di 10

Film intelligente e relativamente impegnato, ma anche piacevole e a tratti brillante; oggettivamente improbabile che un solo uomo possa muovere tante forze, ma la forzatura è accettabile ai fini della narrazione. Bravo Hanks, ottimo Seymour-Hoffman. Sulle accuse di propaganda politica: a voler (o a saper)leggere tra le righe si nota come nessuno ne esca pulito (a chi afferma il contrario consiglio di rivedere gli ultimi minuti del film...)



Andrea, 23 anni, Roma (RM).





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