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Notte brava a Las Vegas
"Una scommessa per la vita".
Il matrimonio è uno dei passi più pericolosi della vita, a causa della famosa "convivenza". Riuscire a trovare un proprio equilibrio nella vita di coppia è estremamente difficile, spesso nascono situazioni incandescenti e al tempo stesso esilaranti, se si aggiunge a questo un pizzico di follia dovuta all’alcool e un’esaltante euforia, il mix diventa letale. "Notte brava a Las Vegas" è una divertente commedia sull’amore e sulle dinamiche di coppia, ma è soprattutto una sfrenata guerra fra i sessi, diretta dal regista Tom Vaughan, famoso per "Startet for 10", con la sceneggiatura Dana Fox. Lei, la protagonista, è la compassata broker Joy McNally (Cameron Diax), e lui è il belloccio amante delle feste Jack Fuller (Asthon Kutcher), due persone diverse per stili di vita e soprattutto per carattere, ma dopo una serie di sfortunati eventi si ritrovano a Las Vegas, il tempio americano delle follie. Qui tra una festa e l’altra, come spesso accade nei film, i due si sposano, la prima cosa da fare è ovviamente divorziare, ma c’è l’imprevisto... un nutrito assegno di tre milioni di dollari vinto ad una slot machine. Ecco dunque il famoso triangolo di Lei-Lui e l’altro, che in questo caso è rappresentato dal "vile denaro". E’ facile arrivare davanti ad un giudice (Dennis Miller), che decide di obbligare i due a convivere per sei mesi e avere delle sessioni settimanali con una psicologa di coppia (Queen Latifah). A dare il tocco d’originalità alla pellicola sono sopratutto due figure di contorno, essenziali e decisamente apprezzabili: il consulente legale e migliore amico di Jack, Steve "Hater" Hader (Rob Corddry) e la terribile amica di lei Tripper (Lake Bell). I presupposti per una commedia romantica e di successo ci sono tutti e lo scopo viene ovviamente raggiunto, anche se la partenza stenta a colpire lo spettatore, infatti la vita dei nostri eroi è presentata molto sinteticamente, con un montaggio da videoclip. Il montaggio tende inoltre a velocizzarsi dopo il loro incontro a Las Vegas, attraverso spezzoni e inquadrature rapide cercando così di rappresentare lo stato di follia e ubriachezza, cui arrivano Joy e Jack fino al punto di sposarsi. Dopo il grande passo la pellicola finalmente rallenta, anche se non perde la tendenza a "inquadrare" spaccati della vita quotidiana della coppia: liti e dispetti a non finire, cui si aggiungono i reciproci tentativi di usare la legge per distruggere l’altro. Il rapporto, come da copione, si stabilizza e si crea un certo legame affettivo, seppur latente fra loro, perchè sono entrambi facce della stessa medaglia, infatti entrambi hanno problemi di relazione. Jack è rilassato e aperto, ma non ha fiducia in se stesso e abbandona tutto quello che intraprende, Joy invece è riservata e spaventata, si sente decisamente inadeguata e fa di tutto per compiacere gli altri, perdendo a poco a poco il suo io. Il loro incontro/scontro è un modo per crescere, per trovare qualcuno cui appoggiarsi per affrontare insieme le difficoltà della vita, e recuperare ciò che si è perduto di sé con il tempo, a causa ad esempio di relazioni sbagliate. E’ questo il messaggio che viene trasmesso dalla pellicola in maniera ben poco velata, con la scusa di far ridere e divertire il pubblico. Sono lontani gli anni della fidanzatina d’America Doris Day (all'anagrafe Doris Mary Ann Von Kappelhoff) e sembra di trovarsi davanti ai suoi nipoti, pieni di problemi e stressati, che non credono nell’amore, ma che, per un motivo o per l’altro, soccombono anche loro sotto le frecce di Cupido.
La frase: "Se potessi far morire qualcuno con il pensiero, quello saresti tu!".
Federica Di Bartolo
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