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SELFCINEMA - LA DISTRIBUZIONE FATTA DAGLI SPETTATORI

UN FILM CHE NON RAGGIUNGE GLI SPETTATORI, CHE NESSUNO PUÒ VEDERE AL CINEMA PERCHÉ NON È DISTRIBUITO NELLE SALE, È UN FILM CHE IN FONDO NON ESISTE. L'ASSOCIAZIONE CULTURALE SELFCINEMA VUOLE DARE AI FILM CHE ABBIANO DELLE QUALITÀ LA POSSIBILITÀ DI ESISTERE, ESSERE VISTI, DIVENTARE COLLETTIVI.

Non sempre riusciamo a vedere quello che vorremmo, ma sappiamo che la produzione di immaginario cinematografico è più ampia, ricca, variegata di quel che riesce a passare attraverso il collo di bottiglia della distribuzione "professionale", soprattutto negli ultimi anni. Lo verifichiamo di volta in volta nei festival, nelle rassegne, dalla stampa, specializzata e non.

Per questo a novembre 2006 ci siamo associati: spettatori che vanno al cinema più volte a settimana, appassionati, cinefili; per favorire una più libera circolazione di idee, storie, linguaggi, stili. Come? Individuando film che possiedano i requisiti per incontrare l'interesse e il favore del pubblico, ma non abbiano avuto accesso al mercato e proponendo alla comunità degli spettatori di "adottarli", di dare a questi film la possibilità di esserci, di crescere, di avere un futuro.

In concreto, SelfCinema si impegna a promuovere e far conoscere il film ad un gruppo iniziale di persone che, attraverso una donazione, "pre-acquistano" il biglietto e assicurano agli esercenti delle sale cinematografiche un incasso adeguato. In questo modo il film può uscire in contemporanea nei cinema della maggiori città italiane, secondo un iter distributivo classico. SelfCinema si ferma qui. Se il film lo merita, se piace agli spettatori e alla critica, potrà camminare con le proprie gambe. Le recensioni e il passaparola indurranno altri a vederlo e altre sale a proiettarlo.



Il primo film "adottato" è L'estate di mio fratello di Pietro Reggiani, prodotto da Antonio Ciano e dallo stesso Reggiani per Nuvola Film, menzione speciale al Tribeca Film Festival di New York e menzione speciale tra le opere prime al Festival du Monde di Montreal, eppure ancora senza distribuzione.

Ma il film di Reggiani è solo uno di una lunga serie di tanti, troppi film di qualità, che non riescono a raggiungere le sale per le note anomalie del sistema italiano, in cui troppo spesso coincidono i ruoli di esercente, distributore, produttore, emittente televisiva, in una perversa integrazione verticale che limita la libertà di creazione e di innovazione di autori e produttori.

Tuttavia, se la prima, fondamentale uscita di SelfCinema sarà coronata da successo, l'associazione si propone di portare in sala due o tre di questi film a stagione ma anche di abbinarli a dei cortometraggi, per dare spazio alla nostra folta e invisibile produzione breve.

L'obiettivo è quello di trasformare la 'rete' che via via faticosamente stiamo creando in una realtà stabile, che assicuri ai film adottati la possibilità di avere un'uscita nazionale classica nelle principali città. Vogliamo dare vita ad una forma di distribuzione alternativa e democratica, capace di stare sul mercato e di affiancarsi a quella tradizionale, allargando i confini dell'offerta culturale.

E poiché sono gli spettatori la nostra forza, affideremo a loro, attraverso una serie di anteprime nelle varie città, la scelta dei prossimi film da noi distribuiti. Ad effettuare una prima scrematura incaricheremo invece, anche per l'interesse suscitato e le numerose candidature ricevute, una sorta di comitato scientifico, per la cui composizione guarderemo, in primo luogo, alle personalità e alle istituzioni che ci hanno appoggiato (in ordine libero, Marco Lodoli, Giancarlo De Cataldo, Gianni Canova, Steve Della Casa, il Museo del Cinema di Torino, la Cineteca comunale di Bologna, la Cineteca italiana di Milano, i Dams di Bologna, Roma, Torino e Cosenza, le scuole di cinema, le associazioni culturali, i cineclub, le librerie che ci seguono in questa avventura - l'elenco ,in continuo aggiornamento, sul sito www.selfcinema.it).

(24 Aprile 2007)


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