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Mother of mine
Tra il 30 novembre 1939 ed il 13 marzo 1940 nell'ambito della seconda guerra mondiale, la Russia provò ad invadere la neutrale Finlandia. La cosiddetta "guerra d'inverno" proposta da Stalin, attratto dalle risorse del territorio finnico e timoroso (almeno a parole) di un attacco tedesco da quel fronte, provocò l'immediata espulsione dell'Unione sovietica dalla società delle nazioni e si risolse grazie alla storica resistenza dell'esercito locale e all'aiuto che questi ricevette in varie forme da altre potenze occidentali. La Svezia anche lei dichiaratasi neutrale al conflitto, per facilitare la difesa finlandese, decise di accogliere centinaia di bambini del suo "vicino" finché la guerra non si fosse risolta. E' tra questi che troviamo Eero, un giudizioso undicenne, che la madre da poco rimasta vedova (il marito era un pilota dell'aviazione militare) decide di allontanare dalla Finlandia, perché sia protetto da una nuova famiglia...
Un'ambientazione storica ed una pagina della seconda guerra mondiale poco conosciuta, i bellissimi paesaggi scandinavi ed una potenziale, affascinante, allegoria (quella delle due madri, due nazioni), ma "Mothers of mine", tratto dall'omonimo romanzo di Heikki Hietamies, è purtroppo un'occasione mancata. Demerito soprattutto di una sceneggiatura che scegliendo la narrazione a flashback (e non la più semplice, ma probabilmente intensa logico-temporale) finisce col riempirsi di parole e spiegazioni spesso inutili, lasciando alle immagini giusto la funzione di (comunque belle) cartoline. Forte è la retorica, ma ciò non sarebbe un male se ogni dialogo (soprattutto verso la fine) non fosse caratterizzato da piagnucolii e lamenti vari con tanto di rincorsa dietro ad un furgoncino che ricorda (magari involontariamente) Anna Magnani e "Roma città aperta". Senz'altro curiosa la scelta del bianco e nero per il presente (e colore per il passato), licenza di una regia da cui era lecito aspettarsi qualcosa di più (Klaus Hero fu candidato all'Oscar nel 2003 con Invisibile Elina).
La frase:
- "E perché non me ne hai parlato?"
- "Perché, per me, tu non eri più mia madre"
Andrea D'Addio
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