Mostri contro Alieni
Nel 1952 uscì "Bwana Devil", film d’avventura su due feroci leoni mangiatori di uomini nell’Africa orientale. Il generale timore da guerra fredda era ancora lontano dallo stimolare tutto quel filone di fanta-horror che segnarono il cinema statunitense di quegli anni, e per trasmettere paura si decise di provare una nuova via: il 3d. "Bwana devil" fu il primo film ad utilizzare il Natural vision, un sistema che richiedeva due pellicole proiettate una sopra all’altra per suggerire profondità agli spettatori che indossavano dei particolari occhialetti polarizzati.
A distanza di cinquant’anni l’idea del 3d è ritornata di moda. Per Jeffrey Katzenberg, uno dei creatori della Dreamworks e da oltre vent’anni punto di riferimento del cinema d’animazione statunitense, è questa la nuova frontiera della sala, la tecnologia che potrà rallentare la prassi del download illegale e portare la gente fuori da casa per gustarsi un film. Logicamente ora si parla di un 3d molto diverso, digitale e ben più preciso e definito rispetto a quelli del passato. "Mostri contro Alieni" è quindi il primo di una serie di produzioni realizzate in quest’ottica e, data l’importanza dell’evento, la sua storia non poteva che essere caratterizzata da un omaggio verso il cinema horror degli anni '50.
Da "Attack of the 50 ft. Woman" a "Il mostro della laguna nera", passando per "Godzilla", "Blob", "L’esperimento del dottor K." e le carte "Mars attack" già riprese da Tim Burton: i riferimenti estetici e simbolici sono tanti e continui. "Mostri contro alieni" risulta soprattutto un insieme di citazioni: senza dubbio divertenti per chi sa riconoscerle, anonime per tanti altri. Di suo la storia ha ben poco da dire, il concetto della diversità che si trova a dover affrontare la protagonista Susan (chiamata più volte "La sposa" strizzando l’occhio a Tarantino e al suo "Kill Bill", altra opera citazionista) viene giusto abbozzato, mentre l’epocale scontro tra i mostri "umani", chiamati a difendere la terra, e gli alieni invasori si risolve in un paio di scene d’azione avvincenti, ma abbastanza circoscritte. L’intrattenimento è garantito, ma non siamo ai livelli di un "Kung Fu Panda"(precedente titolo della Dreamworks Animations) né di film come "Sharktale" e "Shrek 2" di cui i due registi di "Mostri contro Alieni", Rob Letterman e Conrad Vernon, firmarono rispettivamente la regia. Il 3d utilizzato, se da una parte ha il merito di essere subito metabolizzato tanto che dopo poco neanche ci si accorge di avere degli occhialetti posati su naso e orecchie, dall’altra non sembra essere sfruttato al massimo: sono pochi i movimenti fatti in profondità e certe volte, durante la visione, se si vorrà provare a guardare lo schermo ad occhio nudo, ci si accorgerà che la differenza non è poi tanta. Giustificazione: siamo solo all’inizio di questo "nuovo" modo di fare cinema, abbiamo pazienza.

La curiosità: Non abbiate fretta di abbandonare la sala alla fine del film, perchè dopo i titoli di coda, una piccola sorpresa premierà i più pazienti...

La frase: "Ragazzi, fissate il livello del terrore al colore marrone, che io devo andare a cambiarmi i pantaloni!".

Andrea D'Addio

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