Minority Report
Il capitano John Anderton (Tom Cruise) dirige la sezione Precrime del Ministero di Giustizia americano. Il suo compito é quello di trovare in tempo i responsabili di efferati omicidi. La particolarità del suo lavoro é che egli sa in anticipo quando e da chi verrà commesso il crimine. Le sue informazioni provengono da tre precog, due gemelli maschi ed una femmina, esseri a metà strada fra l'umano e il vegetale (sono persone con poteri superiori al normale che vengono tenute in uno stato vegetativo per esaltarne le potenzialità), che proiettano su un particolare schermo le loro previsioni, che verranno in seguito analizzate proprio da Anderton. Siamo nell'anno 2054 e siamo prossimi alle elezioni: é possibile che l'unità Precrime, operante solo a Washington, possa essere resa legale in tutti gli Stati Uniti. Il momento é delicato, si rischia il tutto per tutto.
Improvvisamente però, i precog prevedono un nuovo omicidio e l'assassino é lo stesso John Anderton. Per dimostrare la sua innocenza, il capitano dovrà scappare, affrontare il passato, mettere in gioco le sue relazioni e la sua vita. Dovrà scoprire quel rapporto di minoranza che sarà in grado di scagionarlo.

La nuova opera di Spielberg, tratta da un racconto di Philip K. Dick, rispetta in pieno tutte le aspettative: é spettacolare, maestosa, pretenziosa, magnifica. Gli effetti speciali sono eccezionali: ragni elettronici in grado di percepire il minimo movimento umano e la più piccola fonte di calore, proiezioni mentali che possono essere "spazzolate", automobili elettromagnetiche, costruite letteralmente su misura, che scivolano su piani perpendicolari rispetto al suolo, varchi elettronici che analizzano in un millesimo di secondo la retina, pubblicità iper-personalizzate. Molto suggestiva é la scena in cui Anderton "spazzola" la proiezione relativa ad un imminente delitto: più che un poliziotto sembra un direttore di orchestra che dirige i suoi maestri con rigore e leggiadria. Nonostante la crudeltà delle immagini che scorrono sullo schermo lo spettatore é estasiato dalla rapidità con cui un semplice dialogo familiare viene scomposto e trasformato in una possibile indizio per scovare il futuro omicida. È impressionante pensare che nel 1956 il più grande scrittore americano di fantascienza abbia immaginato una realtà che é ancora lontana anche per noi! Il tema trattato é molto delicato: si può accusare e quindi punire un uomo sulla sola base di previsioni? E se queste non fossero esatte o se il soggetto in questione venisse ravvisato sul proprio futuro e decidesse di cambiare condotta, le accuse e la condanna resterebbero oppure no? In tempi come questi in cui si prospettano "guerre preventive" é più che mai attuale porsi di queste domande! A differenza del romanzo, che si chiude in modo ambiguo, poco esplicito, Spielberg lascia al protagonista una possibilità in più: la sua coscienza.
L'ambientazione é decisamente noir, ma il tutto assume una valenza diversa grazie alle musiche, prevalentemente riprese da autori classici quali Shubert dal ritmo irrefrenabile.
Consigliato a chi ha bisogno di uno scossone per riprendere in mano le redini della propria vita.

Teresa Lavanga

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